venerdì 30 marzo 2018

Salmo


Qualunque significato abbia per voi la Pasqua: rinascita, pace, liberazione dai peccati, significato religioso o non, come ogni anno ci tengo a lasciarvi con un messaggio di augurio, una riflessione da parte mia.
Quando ho letto questa poesia l'ho trovata così perfetta per questo periodo buio in cui i concetti di straniero, estraneo, nemico, confine sono così tanto presenti e prepotenti. Che sciocchi che siamo...
SALMO

Oh, come sono permeabili le frontiere umane!
Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente,
quanta sabbia del deserto passa da un paese all'altro,
quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui
con provocanti saltelli!

Devo menzionare qui a uno a uno gli eccelli che trasvolano,
o che si posano sulla sbarra abbassata?
Foss' anche un passero – la sua coda è già all'estero,
benché il becco sia ancora in patria. E per giunta, quanto si agita!

Tra gli innumerevoli insetti mi limiterò alla formica,
che tra la scarpa sinistra e la destra del doganiere
non si sente tenuta a rispondere alle domande «Da dove?» e «Dove?».

Oh, afferrare con un solo sguardo tutta questa confusione,
su tutti i continenti!
Non è forse il ligustro che dalla sponda opposta
contrabbanda attraverso il fiume la sua centomillesima foglia?
E chi se non la piovra, con le sue lunghe braccia sfrontate,
viola i sacri limiti delle acque territoriali?

Come si può parlare d'un qualche ordine,
se non è nemmeno possibile scostare le stelle
e sapere per chi brilla ciascuna?

E poi questo riprovevole diffondersi della nebbia!
E la polvere che si posa su tutta la steppa,
come se non fosse affatto divisa a metà!

E il risuonare delle voci sulle servizievoli onde dell'aria:
quei pigolii seducenti e gorgoglii allusivi!

Solo ciò che è umano può essere davvero straniero.
Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento.

Wisława Szymborska
Non vi auguro di espandere i vostri confini, vi auguro di non averne nessuno. Buona Pasqua.

(Il blog si prende un giorno di vacanza e lunedì di Pasquetta non uscirà nessun post.)

lunedì 26 marzo 2018

Eccomi

Un giorno ho pubblicato una foto su Instagram di “Eccomi” di Jonathan Safran Foer e nella didascalia avevo scritto: odi et amo. In quella foto in particolare mi riferivo a un generico per i libri molto lunghi, ma credo che possa essere un riassunto in due parole di quello che ho provato verso questo libro di più di cinquecento pagine.
Una sera a cena con amici, raccontavo di questa mia lettura ancora in corso, mi lamentavo che procedevo a rilento, un po' perché lo stavo leggendo in lingua originale, e un po' perché c'era davvero troppa roba in questo libro, ed ero in dubbio se fosse tutto funzionale o meno alla storia. «Uno di quegli autori che se tagliassi metà libro, andrebbe comunque bene» commentò scherzando la mia amica.
Ora che l'ho finito posso dire che no, non andrebbe comunque bene. È vero, è uno di quei libri che ha una storia, ma anche tante altre sotto storie, in una sorta di matrioska infinita e anche se, quando il narratore si occupa di una di queste storie minori, tu vorresti urlargli «Falla finita! Voglio sapere come procede la storia principale!» dentro di te tu sai che non è possibile, perché è di vita che stiamo parlando. La vita è fatta di storie è anche la mia frase preferita, quella che ho scelto proprio per il blog; queste storie che la compongono sono tutte importanti.
Mi sono profondamente affezionata alla famiglia Bloch, mi sono riconosciuta in alcune dinamiche tra Julia e Jacob, tra moglie e marito, a turno li ho amati e odiati, ho fatto il tifo per uno e poi per l'altro, ho incolpato il distacco apparente di Jacob, mi sono arrabbiata perché Julia non ci ha creduto abbastanza. Ho avuto conferma di come sia facile, di quanto sia facile rovinare tutto, di lasciare andare la barca alla deriva, e di come sia tremendamente difficile non farlo. Mi sono fatta decine di domande a cui non sono riuscita a dare risposte. Ho amato Sam, Max e Benjy come fossero figli miei e avrei voluto, in più occasioni, proteggerli. È stato difficile essere impotente.
Ho amato la scrittura di Foer, così come l'ho amata nei suoi libri precedenti, e se c'è uno scrittore che è bravo a scrivere dialoghi, quello è lui; come parlano i suoi personaggi è così vero che è più vero della vita vera.
È stata una lettura di odi et amo, ma ora che l'ho finito e che, a distanza di tempo, ci ripenso posso dire che è proprio per questo che vale la pena leggerlo e magari rileggerlo, per capire meglio non solo amo, ma soprattutto odio.

Jacob had made half a dozen trips to IKEA, and even then he couldn't discern if, on balance, he loved or loathed it. [] He loathed the machine that punched that poor chair over and over, punched it all day every day and probably through the night, confirming both the resilience of the chair and the existence of evil.

(Jacob aveva fatto una mezza dozzina di viaggi da Ikea, e ancora non riusciva a capire se, a conti fatti, l'amava o l'odiava. Odiava la macchina che colpiva quella povera sedia ancora e ancora, la colpiva tutto il giorno tutti i giorni e probabilmente anche tutta la notte, confermando così sia la resilienza della sedia che l'esistenza del male.)

giovedì 22 marzo 2018

Baby Words - Come gestiamo le giornate fuori casa


AVVISO Post lungo e pieno di foto!

Vittoria aveva una settimana di vita quando ha messo piede per la prima volta a teatro. Il viaggio in macchina è stato un incubo, non ha smesso di urlare neanche un momento nonostante i miei tentativi disperati di calmarla e, una volta arrivati, non siamo riusciti ad andare con lei oltre il foyer: mio marito ed io ci siamo alternati per assistere allo spettacolo di danza di fine anno della scuola di cui mio fratello è presidente (e dove ora VV prende lezione), primo tempo lui mentre io allattavo, secondo tempo io. Più di una persona ci ha dato dei pazzi, per noi era la nostra vita di sempre, solo con un esserino in più.
Sono consapevole che non tutti si sentono subito pronti o a loro agio ad uscire con un bambino piccolo ed è giusto che ognuno rispetti i propri tempi. Le cose vanno fatte con piacere e in modo rilassato, altrimenti si parte con il piede sbagliato e i bambini sentono tutto.
Per noi è stato naturale fin da subito coinvolgere Vittoria nelle nostre uscite e, di conseguenza, lei è cresciuta abituata a stare in giro anche giornate intere insieme a noi. Ovviamente, adeguando tempi e modalità alla sua età. Quando era neonata, ad esempio, per me non era un problema allattarla in pubblico e in qualsiasi posto; una delle mie battute preferite è: “Faccio prima a dire dove non l'ho fatto!”. Così come non mi sono mai fatta problemi a cambiarle un pannolino anche nei luoghi meno adatti; le scale del Teatro Regio di Torino, ad esempio, o il pavimento di un bagno non essendoci il fasciatoio (stando sempre molto attenti all'igiene, ovviamente).

 (Pranzo al parco durante una passeggiata)

 (Pranzo in Piazza Carignano a Torino)

Una volta cresciuta, che ci crediate o meno, le cose si sono fatte più complicate. Come dice già il detto? Bambini piccoli problemi piccoli, bambini grandi...
Tutta questa premessa per condividere con voi gli immancabili delle nostre uscite, che ci aiutano a trascorrere giornate spensierate in giro per la città o durante le gite fuori porta; dei viaggi più lunghi ve ne parlerò in un altro post.

DORMIRE

Un bambino che ha dormito ed è riposato è la base di partenza perché l'uscita o la gita in questione siano un successo. Qualsiasi sia la vostra meta o l'attività che dovete svolgere, dovete tenere conto delle ore di riposo che vostro figlio è abituato a fare nell'arco della giornata e l'orario in cui è abituato a farlo. Quando è molto piccolo e usa la carrozzina o il passeggino l'organizzazione è più semplice, perché è come se avesse sempre a disposizione un letto.

(VV è stata a Berlino ma non ha visto il Muro, ha dormito tutto il tempo)

Una volta cresciuto e appiedato le cose diventano un po' più complicate da organizzare. Noi ad esempio facciamo così: se l'uscita è al mattino, spesso facciamo in modo di pranzare fuori, così il riposino pomeridiano può avvenire in macchina durante il viaggio di ritorno. Se dobbiamo uscire il pomeriggio, partiamo subito dopo pranzo, permettendole così di dormire in macchina durante il viaggio di andata. Se l'uscita è serale, e c'è possibilità di cambiarla, portiamo dietro il pigiama, in questo modo al ritorno dovremo solo fare il trasferimento auto-letto. È anche capitato che la facessimo dormire vestita tutta la notte e la accogliessimo al mattino con un «Hai fatto serata ieri, VV?». Simpatici, vero?
E se non dorme? Armatevi di santa pazienza, perché dovrete affrontare un bambino stanco e irritato e mettere in conto che potrebbe sconvolgere i vostri piani. O crollare addormentato in braccio o sulle vostre gambe tenendovi in ostaggio...

 (Pisolino in un giardino di Edinburgo)
(Crollata addormentata dopo un pranzo al pub, che si fa? Ma si ordina un'altra birra!)
MANGIARE

Dopo il sonno, qual è la cosa che può irritare un bambino? La fame. Anche la fame provocata da noia. Da quando Vittoria è stata svezzata, noi non usciamo mai di casa senza una scatolina contenente al suo interno diversi tipi di snack e la sua borraccia d'acqua; perché è sempre meglio dare diverse opzioni tra cui scegliere. Quanti viaggi in auto salvati da un cracker da sgranocchiare? O quei dieci minuti di pace mentre era intenta a mangiare qualcosa seduta nel passeggino? O quel capriccio da noia bloccato grazie a uno sputino? Innumerevoli!
Avere sempre del cibo con voi può salvarvi da tante situazioni e, soprattutto, non dovrete impazzire a cercare un posto dove comprare qualcosa da mangiare per placare una fame improvvisa.

 (Arrivare in un posto all'ora della merenda e avere del cibo con sè, significa potersi rilassare dopo il viaggio)

 (Alcuni dei nostri spuntini preferiti. Nostri perché può venire fame anche ai genitori)

GIOCARE

Un'altra cosa a cui mio marito ed io non abbiamo mai voluto rinunciare con la nascita di VV sono i pranzi o le cene fuori casa; per noi il cibo è un'esperienza al pari di viaggi, musei, film e libri. Introdurre VV al mondo dei chef, dei ristoranti e della cucina alta, bassa, etnica, straniera, street, stellata ecc. fa parte del bagaglio culturale che le vogliamo fornire e ci auguriamo che la faccia diventare un giorno una buona forchetta. Siamo felici se lei mangia o assaggia, non ci disperiamo se torna a casa a stomaco vuoto o dopo aver sgranocchiato solo pane e grissini. Per un pasto saltato non morirà di fame, ma ci teniamo che abbia un bel ricordo del tempo trascorso insieme. Questo significa quindi intrattenerla durante questi pasti che, a volte, possono essere molto lunghi per una bambina piccola. Un altro mai senza delle nostre uscite sono quindi alcuni giochi che l'aiutano a passare il tempo a tavola. Fornitore ufficiale: Tiger. Trucchetto ulteriore: questi giochi compaiono solo durante gite ed uscite, a casa non si vedono e usano, così da mantenere sempre un po' di novità.

 (Album da colorare, Cerca le differenze, mini puzzle magnetico, matite e pennarelli)

 (Una concentratissima VV impegnata a disegnare a Berlino)

 (Si colora in attesa del pranzo a Cracovia)

(Trova le differenze in pizzeria a Torino)
Se il luogo e la stagione lo permettono, ci regaliamo delle pause alzandoci a turno con VV da tavola, uscendo in giardino, o anche solo recandoci all'ingresso o in bagno o tutto quello che ci viene in mente a seconda di dove ci troviamo; cercando, ovviamente, di recare meno disturbo possibile agli altri avventori e a ristoratori o camerieri.

(Bolle di sapone, macchinine e camioncini, libri buffi da sfogliare)
(Pausa in giardino durante un pranzo nelle Langhe)
Ultimo ma non meno importante, cerchiamo di avere rispetto di Vittoria, dei suoi tempi e delle sue esigenze. Nulla deve sembrare un'imposizione, nulla deve essere forzato, tutto deve essere un piacere. Non sempre ci riusciamo, prendiamo le cose come vengono, sapendo che molto spesso proprio le occasioni andate storte saranno quelle che più ci faranno sorridere, ricordandole.

Spero di esservi stata utile e di avervi dato qualche suggerimento. E voi? Quali sono i vostri trucchi di sopravvivenza con una bambino piccolo quando uscite?

lunedì 19 marzo 2018

Chiedimi cosa mi piace


Ask me” è il titolo originale del libro di Bernard Waber, illustrato da Suzy Lee ed edito da Terre di Mezzo. Chiedi. “Chiedimi cosa mi piace”. Parla con me, fammi domande, dialoga con me, conoscimi. Le parole sono ponti, le parole avvicinano, ti portano a me, uniscono, ci rendono una cosa sola.


Seguiamo questo padre e questa figlia che trascorrono una giornata autunnale insieme, osservando quello che incontrano e quello che fanno, accompagnati da un dialogo continuo grazie alle domande incessanti della bambina, che come tutti i bimbi richiedono costante attenzione. E attraverso lo scambio di domande e risposte, l'avvicinamento è anche fisico.


Chiedimi e poi non dimenticare. Ricorda. Quello che abbiamo fatto, i gesti che abbiamo compiuto, ma soprattutto quello che ci siamo detti, quello che grazie alle parole abbiamo riconosciuto e con loro siamo diventati. Le parole creatrici.


Un libro che è pura poesia, con disegni e colori bellissimi. Comprato quasi un anno fa al Salone del Libro di Torino, è stato difficile resistere per tutto questo tempo, ma finalmente il giorno è arrivato. Non vedo l'ora di darlo questa sera a mio marito e VV, per la loro festa. L'immagine di loro due insieme è e sarà per me la più bella di sempre.


lunedì 12 marzo 2018

I libri che non vi ho detto 2


Seconda puntata dei libri letti nel 2017 e di cui non vi ho parlato; questa volta ho riunito letture che potrebbero andare bene anche per un lettore giovane. Sono un po' refrattaria alla divisione dei libri per età, ma mi rendo conto che alcuni, se letti troppo presto, potrebbero non essere compresi o, peggio ancora, spaventare o sconvolgere una giovane mente. Per fortuna è vero il contrario: non è mai troppo tardi per leggere un libro, anche se è considerato per bambini!

BRAVO, BURRO! di John Fante e Rudolph Borchert, ed. Einaudi


Anni fa, mio marito ed io ci siamo invaghiti di questo autore e abbiamo incominciato a comprare tutti i suoi libri; con il tempo ci siamo dati una calmata (ma lo amiamo ancora molto!) o forse li abbiamo comprati tutti, dovrei controllare. Quest'ultimo non lo avevo ancora letto e lo scorso inverno, complice una brutta influenza che mi ha costretta a letto, l'ho letto in un giorno. Quanto tempo che non avevo questo lusso... È la storia di un bambino, del suo asinello coraggioso e di una straordinaria amicizia. Scritto inizialmente per un progetto cinematografico di Orson Welles, anche questo libro ha al suo centro, come tutta la saga Bandini, il rapporto tra padre e figlio.
Erano stati i tori a mostrargli che era un codardo, oppure l'avevano imbrogliato, facendogli credere di esserlo? No, lui era scappato soltanto perché i tori non erano più importanti. E non lo erano mai stati... Un uomo aveva bisogno di essere coraggioso soltanto per quello che contava davvero nella vita. Soltanto allora poteva mostrare il suo coraggio. Il bisogno doveva essere più grande della paura, e adesso si domandava che cosa fosse importante nella sua vita.
SILVERWOOD LAKE di Simona Binni, ed. Tunué


Devo la scoperta delle graphic novel alla mia amica e collega Flavia; non è che non sapessi della loro esistenza, ma non mi ero mai data la pena di leggerne una. Ora non solo le leggo, ma ne ho anche regalate parecchie a Natale. Simona Binni ho avuto la fortuna di conoscerla di persona e di presentare poi proprio il suo libro durante il Salone Off lo scorso maggio.


Come nel libro di Fante, anche qui si parla di rapporto tra padre e figli o, piuttosto, dell'essenza: con la speranza di comprendere le motivazioni che hanno spinto suo padre a vivere da homeless, Diego intraprende un viaggio nel sud della California, solo, lontano dal suo mondo e in stretto contatto con la parte più nascosta di sé, quella che per diciassette anni era rimasta bloccata. Troverà le risposte che stava cercando? Inutile aggiungere che le tavole sono una più bella dell'altra.

INCONTRI DISINCONTRI di Jimmy Liao, ed. Terre di mezzo


Insomma, allo scorso Salone del Libro di Torino i miei occhi non facevano altro che notare graphic novel o libri illustrati e, quando ho visto questo, ho subito pensato fosse il regalo perfetto per mio marito per il nostro anniversario di matrimonio. Una delicata storia su strade che si incrociano, sul perdersi, il ritrovarsi e il destino. Anche Vittoria ha molto apprezzato il regalo e lo sfoglia spesso.
Lei gira sempre a sinistra, lui gira sempre a destra. Le loro strade non s'incontrano mai... Ma la vita è ricca di coincidenze e può capitare che due linee parallele finiscano per incrociarsi... Ma la vita è anche piena di imprevisti, come quando si spezza il filo di un acquilone che stringi tra le mani...
A proposito di letteratura per ragazzi, confesso di non aver mai letto “Harry Potter”, a questo punto aspetterò di farlo con VV.

lunedì 5 marzo 2018

La vita, ultimamente 32


Come ho potuto peccare così tanto di ingenuità? È stato sicuramente un attimo di distrazione, di leggerezza, di noncuranza; qualcosa o qualcuno mi ha fatto sentire tranquilla e rilassata e così l'ho fatto. Quale imperdonabile errore. L'esperienza non mi ha insegnato nulla? Ho forse dimenticato la regola non scritta di ogni genitore: non solo non dire le cose, ma neanche pensarle e, soprattutto, mai sentirsi al riparo? Ho visto marzo alle porte e mi sono sentita al sicuro, al punto di arrivare a pensare, dopo tutti i racconti di malattie, raffreddori, influenze, febbri interminabili, ricadute: “Bhe dai, l'abbiamo scampata...” E così non ho visto arrivare il colpo di coda di febbraio, che ha voluto fare le cose in grande: bronchite per me, una settimana di febbre per VV. Contemporaneamente. Mentre scrivo siamo entrambe convalescenti.
Peccato per questo finale, perché febbraio era partito davvero molto bene, con tante nuove esperienze (o crocette, come piace dire a noi, quando facciamo qualcosa di nuovo).


Finalmente siamo riusciti ad andare a vedere i carri allegorici di Rivoli: per un motivo o per l'altro, tra cui un paio di anni di cancellazione causa brutto tempo, da quando è nata VV non eravamo mai riusciti a festeggiare il carnevale, al punto da avere da ben quattro anni in un cassetto un pacchetto di coriandoli inutilizzati. Quest'anno ero pronta a scendere in strada e usarli comunque. VV si è divertita tantissimo, noi eravamo distrutti, a riprova del fatto che c'è un'età per ogni cosa. Abbiamo anche avuto il piacere di impanarci completamente nei coriandoli e di vederli tuttora spuntare ogni tanto per casa. Per quanto mi riguarda siamo a posto per i prossimi quattro anni...

 (Il Conte Verde, alias Enrico VI e consorte, Bona di Borbone, figure storiche di Rivoli)


Dire che VV adora i suoi cuginetti, non rende l'idea e fare le cose insieme a loro ha tutto un sapore diverso, per il cuginetto più grande ha poi proprio una sorta di venerazione. Potesse li sposerebbe tutti e tre. Quindi immaginate la sua gioia quando siamo andati in montagna tutti insieme a sciare: c'era un vento gelido che sollevava la neve e ti regalava schiaffoni ghiacciati in faccia, ma i bambini non facevano un plissé. Tanto hanno fatto che siamo rimasti fino alla chiusura degli impianti. So già cosa state pensando ma, no, non è in questa occasione che ci siamo ammalate.


Devo ringraziare mia cognata che mi ha fatto sapere di questa iniziativa, perché non ne sapevo nulla: ogni anno al Teatro Carignano organizzano uno spettacolo apposta per i bambini e quest'anno c'era “Alice nel paese delle meraviglie”. Così Vittoria ha avuto la sua prima volta a teatro in uno dei più belli e storici di Torino ed è stata contentissima dell'esperienza. Unica nota dolente: era una versione moderna e Alice non aveva il classico vestitino azzurro; da queste parti abbiamo un debole per vestitini, insomma l'outfit dell'attrice protagonista è stato bocciato.


A spettacolo concluso, ci siamo regalate una merenda da principesse in una delle caffetterie storiche più eleganti (e care) di Torino: Baratti&Milano. Potrebbe anche essere che il primo abbassamento delle difese immunitarie ce l'abbia provocato lo scontrino. Potrebbe anche essere...

(La faccia di una che fa finta di non essere impressionata dalla fetta di torta che le hanno appena messo davanti)
 
(Foto fatta da VV. Invece dell'Instagram Husband, io avrò l'Instagram Daughter)
 
Marzo, non fare scherzi.