Silvana
Sarca, conosciuta da tutti come Vani, è saccente, fa tante battute
sarcastiche, è cinica e disillusa. Simpatica come un riccio nelle
mutande, insomma. Avanzi nella lettura di “L'imprevedibile piano
della scrittrice senza nome”, primo di tre libri ambientati a
Torino e scritti da Alice Basso, torinese di adozione, e avente
appunto Vani come protagonista, oscillando continuamente tra l'odio e
il tifo per lei, tra il desiderio di zittirla e quello di avere la
sua risposta pronta, tra il mandarla a quel paese e avercela per
amica... mi fa venire in mente la canzone di Rihanna che nel
ritornello fa “Why is everything with you so complicated?” (e che
tante volte ho dedicato VV).
Vani
per lavoro fa la ghost writer, scrive libri per gli altri: scrittori
in piena crisi della pagina bianca, gente famosa che non ha tempo o
le capacità di mettere giù due frasi di senso compiuto, le
consegnano le loro idee e lei le mette nero su bianco, proprio come
se le avessero scritte loro. Perché il dono di Vani è l'empatia,
una grande capacità di immedesimazione, spirito di osservazione e
intuito. Insomma ha quasi sempre ragione, per questo ti viene da
chiederle un consiglio per poi risponderle di farsi i fatti suoi...
Avrà
bisogno di usare tutte le sue capacità quando una scrittrice per cui
lavora scomparirà nel nulla e la polizia le chiederà di
collaborare. A condire il tutto una storia d'amore che farebbe
vacillare anche un pezzo di granito. Ovvio che con questi ingredienti
non riuscirete a staccarvi dal libro e che, una volta finito, avrete
voglia di leggere gli altri due.
La
grandezza di Alice Basso, invece? Rendere leggero e leggibile
un libro, farlo sembrare un romanzetto facile e digeribile, quando
invece è infarcito così tanto di libri e letteratura, che il
pericolo mattone sarebbe stato dietro l'angolo; prendere due generi
letterari come il romanzo rosa e il giallo (sì, c'è anche il
commissario che non deve chiedere mai),
unirli e aggiungerci anche tutti gli ingredienti per gli appassionati
di libri: case editrici, premi letterari, scrittori da premio Strega,
editor, direttori editoriali e il loro mondo dietro le quinte.
E
poi quella capacità di finire non finire il
capitolo che in una lettrice masochista come me provoca l'insano
piacere di continuare nella lettura, anche fino a notte fonda.
«No, sul serio, è veramente come se mi avessi letto nella testa e avessi tirato fuori le cose che sentivo, ma che nemmeno io sapevo di stare pensando!... Ma come hai fatto?»
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