lunedì 16 ottobre 2017

Zoom


La prima volta che mi recai a Zoom fu con mio nipote di quasi tre anni. Ricordo il suo entusiasmo, ricordo che io ero molto concentrata a masticare intensamente un chewing-gum per combattere le nausee della gravidanza. Era novembre, faceva freschino e c'era poca gente, sembrava di avere il parco tutto per noi, potevamo così prenderci il tempo che volevamo per osservare con agio gli animali. Fummo tutti molto contenti, fino a quando non arrivammo dalla tigre e lì ci venne ricordato in modo evidente che non eravamo nella savana, che quegli animali non erano nella loro terra e non erano liberi. Ricordo lo straniamento che provai osservando quell'animale che ripeteva incessantemente lo stesso percorso in modo ossessivo, senza mai deviare, senza mai fermarsi.


Poi sono diventata madre e la voglia, il desiderio, l'esigenza di regalare esperienze a VV sono diventati molto forti; anche quelle che a prima vista potrebbero essere sbagliate. Ci sono i libri, e voi sapete quanto li ami, ci sono i documentari, e quando sarà ora sarò felice di guardarli insieme a lei, ma niente ti insegna di più come vivere qualcosa in prima persona, toccare con mano. Chissà, forse un giorno ci regaleremo un Safari, magari ci spingeremo fino in Asia e conosceremo il vero mondo che ci circonda o forse non ce lo potremo permettere mai e dovremo accontentarci del piccolo pezzo di terra in cui abitiamo. Anche se fasullo, anche se ricreato.


Questa volta però l'esperienza della visita a Zoom è stata del tutto diversa, non ci siamo limitati ad osservare meravigliati animali che finora avevamo visto solo tra le pagine di un libro, li abbiamo visti in azione, abbiamo imparato le loro abitudini, gli stili di vita, le loro esigenze. Non ricordo ci fossero anche ai tempi della prima visita, ma questa volta erano presenti numerosi biologi pronti a raccontarci e spiegarci i dettagli di ogni singola specie.


Non ho visto comportamenti anomali negli animali (lo so, non sono un'esperta, scrivo delle mie impressioni), ho appreso come ogni singola zona fosse costruita per rispettare l'ambiente d'origine e come cercassero in tutti i modi di permettere all'animale di condurre una vita simile a quella in libertà. 160.000 mq per oltre 84 specie animali in 10 habitat che riproducono fedelmente luoghi naturali di Africa e Asia, senza reti o gabbie.


Tutto, dal progetto architettonico alla scelta delle piante, viene studiato dai biologi e veterinari del parco insieme agli architetti paesaggisti per garantire il benessere degli animali, provenienti da altre strutture zoologiche europee appartenenti all’EAZA (European Association of Zoos and Aquaria). Ho appreso di come i bioparchi siano fondamentali anche per la protezione delle specie in via di estinzione e di come possano essere luoghi per approfondire e promuovere la tutela ambientale mondiale.


Nel nostro piccolo possono essere uno spunto per affrontare con VV tematiche importanti, prendendo ispirazione proprio da quanto appreso: lo scoprire che i serpenti mangiano i topi potrebbe essere il punto di partenza per confrontarci sul consumo della carne in modo più consapevole, apprendere che gli ippopotami fanno 80 Kg di cacca al giorno potrebbe permetterci di parlare dei rifiuti che noi tutti produciamo e realizzare che quegli animali non sono nel loro ambiente naturale ci farà affrontare il tema della libertà.


E' solo questione di tempo, se conosco bene la mia frugoletta, quel cervello che lavora senza sosta e quel naso che si è arricciato inorridito quando ha scoperto il cibo preferito del cobra. “Ma davvero?!” continua a chiederci.


Nel frattempo, abbiamo imparato a memoria questo libro.

#conoscereperconservare



11 commenti:

  1. Non ci sono ancora stata. In effetti qualche volta ho titubato per la questione "costrizione" degli animali, ma dopo essere stata, pochi mesi fa, allo zoosafari di Pombia, non credo possa contribuire a nulla di peggio (NON andateci, è di una tristezza infinita).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco lo zoosafari non mi attira e tu mi confermi che faccio bene a non andarci. Tra l'altro, non so se hai visto il sito, confrontalo con quello di Zoom e già da lì vedi la differenza di impostazione.

      Elimina
  2. Ho sempre avuto qualche dubbio, ma condivido il tuo pensiero sul dubbio delle esperienze sbagliate, sul mostrare una natura 'falsata'...
    Con la PM e il PiccoloChe abbiamo visitato diversi bioparchi, alcuni allevamenti (sigh) e cerchiamo di avere contatti con gli animali ogni volta che possiamo nel luogo dove abitiamo. Il Safari in Kenia chissà... nel frattempo cerchiamo anche noi di conoscere gli animali e la natura in genere nel modo più naturale possibile e ci impariamo libri a memoria, come voi.
    L'effetto di un animale fuori dal suo mondo naturale è sempre toccante, che sia un orso bianco o una tigre. Ma anche pensare e osservare questa situazione può aiutarci a capire meglio e a cercare di agire nel giusto modo, no?
    :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ogni esperienza ha i suoi lati positivi e negativi, anche quello di andarcvi e comprendere ad esempio che siano posti da non frequentare. Se si può, meglio farsi un'idea di persona. ;-)

      Elimina
  3. Bellissime riflessioni! Credo che sia un'esperienza che possa arricchire sotto molti aspetti, tu sei riuscita a tirarne fuori il meglio!

    RispondiElimina
  4. Siamo stati in posti simili in Francia e li abbiamo adorati.
    Grazie per avermelo fatto conoscere.

    RispondiElimina
  5. Sembra essere stata una bella esperienza e condivido i vostri punti di vista.
    Ma, mi viene fatto di pensare, perché l'idea di costrizione, di forzatura, di innaturale, non ci viene anche quando andiamo in una serra (di piante intendo)?
    Anche le piante sono esseri viventi, rispondono alle aggressioni, alle cure, hanno un sistema di comunicazione e di sostentamento, eppure.....
    Chiedimi perché, quando poto i bonsai, vado in crisi perché penso che gli sto facendo male....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché le piante "sembrano" inanimate... Sarò impopolare, ma io penso che ci sarebbero molte meno persone con un animale domestico se quest'ultimo potesse esprimersi e farsi comprendere fino in fondo. Chissà che cosa pensano tutti quei poveri cagnolini che vengono vestiti e trattati come bambolotti...

      Elimina
    2. Su quest'ultimo argomento preferisco non esprimermi, o credo che verrei lapidata ;)

      Elimina