Un
mese in compagnia di un solo libro. Di solito mi capita quando il
libro non mi piace ma per qualche motivo devo obbligatoriamente
leggerlo, altrimenti mi avvalgo della facoltà di abbandonarlo. Il
tempo è troppo prezioso per sprecarlo con cattive compagnie...
Il
libro in questione però non è affatto brutto, solo molto lungo e il
tempo per leggere a mia disposizione sempre più breve. Ottima la
scelta di portarlo con me in montagna, dove sono riuscita a fare una
bella immersione, grazie ai pisolini lunghi di VV nel pomeriggio e le
serate dove l'alternativa era al massimo una partita di carte. Appena
tornata a casa, infatti, il mio ritmo di lettura è drasticamente
rallentato e il mio piacere e
interesse nella lettura ne ha notevolmente risentito: perdevo il filo
più facilmente, avevo difficoltà a stare al passo con gli
avvenimenti. Per fortuna poco dopo sono subito ripartita per il mare.
Il
paragone che mi è venuto in mente durante questa lettura è quello
con le varie serie TV che vanno tanto di moda adesso: sono lunghe, a
puntate, siamo disposti ad attendere mesi per vedere il
proseguimento, facciamo sfiancanti maratone fino a notte fonda perché
vogliamo sapere come va a finire. “Guerra e pace” di Tolstoj è
proprio come una serie TV e, a discapito di quello che si può
pensare di un libro classico, vecchio e lungo, ti può interessare
altrettanto. Sì, questa interminabile lettura mi ha appassionata, a
sorpresa, perché anch'io come tutti temevo mi annoiasse. E' successo
a volte; le parti sulla guerra sono state sicuramente quelle che mi
hanno meno entusiasmata, ma avevano un senso, erano parte
fondamentale del libro e, a modo loro, istruttive. In quei lunghi
capitoli ricchi di descrizioni sui campi di battaglia, sugli
spostamenti degli eserciti, sulla vita che conducevano i soldati di
qualunque grado ho imparato tante cose e sono scaturite tante
riflessioni inaspettate.
Il
libro narra la storia di due famiglie, i Bolkonskij e i Rostov,
durante la campagna napoleonica in Russia e nella sua immensità si
potrebbe dire un romanzo infinito, nel senso che l'autore sembra
essere riuscito a trovare la forma perfetta con cui descrivere in
letteratura l'uomo nel tempo. Denso di riferimenti filosofici,
scientifici e storici, il racconto sembra unire la forza della
storicità e la precisione drammaturgica ad un potente e lucido
sguardo che domina il grande flusso degli eventi, da quelli colossali
a quelli più intimi, quali gioventù, vecchiaia e matrimonio,
offrendo un ampio affresco della nobiltà russa.
Complicato
giungere ad una conclusione, tirare le fila di un libro che credo a
lungo continuerà a risuonare dentro di me, con le sue infinite
sfumature e i suoi innumerevoli messaggi. Vi riporto l'unica frase
che mi sono appuntata, forse quella che ho sentito che mi
appartenesse di più in questo momento della mia vita, nel flusso
della mia
storia.
“E perché, - si disse Andrea contemplandola, - tutto non è così chiaro, così semplice come crede Maria? Quale consolazione sarebbe sapere dove trovare soccorso in questa vita e ciò che ci aspetta oltre la tomba. Che gioia, che appagamento proverei a poter dire: Signore, abbiate pietà di me! Ma a chi rivolgerò questa preghiera? Questa forza indefinita, inconcepibile, alla quale io non posso rivolgermi, e che non saprei nemmeno esprimere con parole, è il gran tutto o è il nulla? O non sarebbe, per caso, questo Dio che vedo qui, rinchiuso in questo amuleto dalla mano di Maria? Nulla, nulla è certo, se non il poco valore di tutto ciò che posso capire e la grandezza di qualcosa che mi è incomprensibile ma che nondimeno è la sola cosa che importi.”
Vale
la pena
di leggerlo.
Anche io ho affrontato il libro durante una vacanza di molti anni fa, e sono completamente d'accordo con te sulla valutazione. Molto bella la frase che hai annotato. E sicuramente vale la pena di essere letto. claudiag
RispondiEliminaSono letture che richiedono tempo, calma e concentrazione, inutile negarlo. Però che piacere leggerlo.
EliminaLetto e riletto e raccontato, ho sempre pensato che goda di "cattiva fama" forse per le tante pagine. Usciva a puntate per rivista e i lettori attendevano la puntata successiva. Come adesso si attende la seconda stagione di una popolare serie televisisa...
RispondiEliminaHo anch'io il sospetto che, forse per via della lunghezza, goda di cattiva fama; temo addirittura che molti non sappiano proprio di cosa parli. Il titolo è fuorviante, ecco...
EliminaL'ho letto in vacanza, tanti tanti anni fa. Così tanti che potrei rileggerlo. Magari leggerlo a puntate non sarebbe male...ci penserò! Grazie per il suggerimento.
RispondiEliminaPerò che tortura leggerlo a puntate, che suspance... :-)
Eliminaforse.... però mi viene voglia di provare...chissà se ritrovare tempi lenti aiuta a far durare di più il piacere...
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