C'è
una frase che mi sto ripetendo spesso in queste ultime settimane:
“Impara la lezione. Perdonati, perché la dimenticherai.”
Inevitabilmente tendiamo a ripetere alcune azioni, commettere gli
stessi errori, a ricadere nelle cattive abitudini. Molto spesso la
conseguenza più grave di tutte sono i rimorsi, il nostro continuo ed
esasperato rimproverarci, il sentirci nullità per non esserci
riusciti fino in fondo, per aver fallito. Per il mio compleanno avevo
espresso l'intenzione di essere più indulgente con me stessa e, se
dove proprio esprimere un desiderio per questo nuovo anno appena
iniziato, è proprio questo quello che voglio continuare a
perseguire: amarmi per quello che sono, perdonarmi perché sono
fallace, cercare di crescere, ma gioire dei tentativi più che dei
risultati.
Avevo
promesso però di condividere con voi i miei buoni propositi per il
2018 e, dopo l'estate, di raccontarvi come è andata (QUI e QUI i due
post, se avete piacere di rileggerli). I buoni propositi invece erano
questi:
Partiamo
da quelli che non ho realizzato pienamente.
TENERE
UN DIARIO
I
benefici dal tenere un diario sono molteplici, oltre a rappresentare
una bellissima memoria storica della tua vita, ti possono aiutare a
vedere più chiaramente in te stesso, a tirare fuori i tuoi
sentimenti, dare voce e rendere più concreti semplici pensieri
rendendoti più propositivo. Le formule su come scriverne uno sono
numerose: da una singola parola al giorno, alle tre pagine scritte di
getto suggerite dal libro “La via dell'artista”; ognuno può
scegliere quella che gli è più congeniale, io ho sempre tenuto il
classico diario in cui un po' raccontavo della giornata, un po'
quello che mi passava per la testa, un po' mi sfogavo.
In
questo anno appena concluso ho fatto diversi tentativi e la
difficoltà che ho incontrato sembrerebbe essere quella di trovare il
momento giusto della giornata per scriverlo. Ho l'impressione però
che il motivo non sia solo questo; in realtà ho smesso di scriverlo
perché non ne trovavo un beneficio immediato e credo di aver capito
anche il motivo. Il mio era diventato un vomitare sulla pagina tutte
le negatività che provavo e, se da una parte tirarle fuori poteva
sembrare una sorta di liberazione, dall'altra era un atto fine a se
stesso perché non facevo mai il passo successivo: trasformare quanto
provato o accaduto con un'azione positiva. Alla fine, scritte quelle
parole, continuavo a stagnare in mezzo al mio veleno.
L'intenzione
di scrivere un diario continua ad esserci, oltre a cercare di trovare
il momento giusto, cercherò di scriverlo in chiave più positiva,
magari partendo proprio dalle cose belle, anche piccole, che mi sono
capitate nell'arco della giornata.
LEGGERE
DI PIU'
Secondo
il mio “quaderno dei libri letti” nel 2018 ho letto ben cinque
libri in meno rispetto all'anno precedente, quindi il mio buon
proposito è fallito miseramente. L'unica attenuante sarebbe quella
di contare il numero di pagine lette, perché magari ho letto meno
libri ma più lunghi, ma non ho tempo e voglia di accertarmene. E poi
non era una gara, in realtà il mio desiderio era di dedicare più
tempo alla lettura, tempo che avevo notato stavo sprecando ad esempio
davanti allo schermo del cellulare e che avrei appunto potuto
dedicare ad attività più costruttive, quali appunto la lettura.
Cambiamento che sta avvenendo in modo graduale e spontaneo, così
veniamo al primo dei buoni propositi che si è realizzato:
MENO
SOCIAL
Come
alcuni di voi sanno già, agosto è stato un mese molto difficile in
cui, cattive notizie sulla mia salute, mi hanno sprofondata in un
buco nero di depressione e disperazione da cui sono faticosamente
riuscita ad uscire. In tutto questo, all'improvviso e senza che io ne
abbia ancora capito bene il motivo, i Social e il blog mi sono
diventati improvvisamente estranei e distanti. A parte il blog, per
cui mi è dispiaciuto molto non riuscire più a scriverlo con
costanza, il mio buon proposito si è realizzato senza mio merito
alcuno, se non quello di rispettare il mio bisogno di silenzio e
solitudine. Se proprio devo esprimere nuovamente un buon proposito in
questo ambito, più che un generico “meno social” ora mi auguro
di imparare a farne un uso più “consapevole”.
SPORT
E ALIMENTAZIONE
Questo
è il buon proposito che si è realizzato e che mi sta rendendo fiera
di me stessa, perché il cammino che ho intrapreso mi ha fatto
comprendere quanto conti molto l'aspetto mentale nel processo, come
vi raccontavo QUI.
Il
primo cambiamento mentale, infatti, che ho dovuto compiere è stato
sulla concezione dello sport e della sua pratica. Nella mia famiglia
siamo sempre stati molto sportivi e, grazie soprattutto alla danza
classica, ho sempre avuto l'idea del mio corpo come una macchina che
doveva essere performante al massimo. Per me era proprio un piacere
lo sforzo fisico, sudare e faticare, e dedicare tanto tempo alla
pratica di un'attività per raggiungere uno scopo ben preciso. Io ero
quella che rinunciava alle uscite con gli amici perché “Ho danza”.
Il
tempo passa, la vita accade, le malattie anche, e tu ti ritrovi con
un involucro che non solo non riconosci, ma che senti spesso nemico.
Riconoscere
che non avere tempo per fare movimento fosse solo una scusa è stato
il primo passo, il secondo è stato quello di ammettere che non ero
più disposta a fare così tante rinunce in nome dello sport, che non
sarei più stata la sportiva di una volta. Nel momento in cui ho
compreso perché è comunque ancora importante fare del movimento per
me, il come e quando è arrivato quasi in modo automatico.
Faccio
attività fisica perché mi fa, molto banalmente, stare bene, perché
mi sento in salute e non avete idea quanto abbia bisogno di sentirmi
“sana”, lo faccio perché un corpo attivo mi aiuta nello
svolgimento della mia vita quotidiana, perché muoversi aumenta le
endorfine e il buon umore, perché mi sta rimettendo in contatto con
il mio corpo e me lo sta facendo amare in questa sua nuova forma.
Risentire il sangue scorrere nelle vene, il cuore pulsare, il fiato
che si fa più corto, sudare, i muscoli doloranti: tutte cose che mi
erano mancate tantissimo.
Ma
veniamo a il come e il quando. Ho bisogno di molta flessibilità,
devo poter mettere in conto battute di arresto provocate da problemi
di salute di Vittoria ma anche e soprattutto mie (inizio l'anno
sapendo che mi attendono due interventi chirurgici), non posso quindi
sprecare soldi in abbonamenti in palestra o iscrizione a corsi. Devo
poterlo praticare nei momenti più disparati, non sempre alla stessa
ora e il tempo che impiego deve essere variabile, oltre a non voler
dedicarmici a scapito di VV (con l'uscita da scuola, per mia scelta,
io sono a disposizione di VV, fare la mamma è il mio lavoro).
L'importante insomma è farlo.
Ho
messo tutto questo in pratica iniziando a fare dello semplice
stretching (che mi aiuta molto con il mal di schiena e il male alla
cervicale) la sera, dopo aver messo a letto VV, quando cerchiamo di
fare meno rumore possibile mentre aspettiamo che si addormenti. Tempo
che prima sprecavo navigando senza scopo su Internet o sui Social.
Ho
poi finalmente acconsentito alla richiesta di mio marito di comprare
una cyclette (acquisto che mi proponeva da anni e anni e che io
aborrivo perché era da sfigati
e non da sportivi) e
cerco di dedicarmici a giorni alterni; per invogliarmi a farla l'ho
abbinata a un guilty pleasure: mentre pedalo guardo i video su
YouTube (funziona, non salto un giorno). Abbinare alla pedalata un
po' di ginnastica a corpo libero mi sta venendo naturale, perché una
volta che sei in pista, balli.
Quando
ti senti finalmente bene, viene naturale abbandonare i cibi meno
sani, quelli che ti appesantiscono e che ti fanno subito avvertire un
cambiamento nel tuo fisico (in negativo) dopo averli mangiati,
continuando però ad essere indulgente con me stessa e tenendo conto
che non mi piace l'atteggiamento talebano in nessun campo: quindi, se
un cibo mi piace, per quanto non sano, non lo eliminerò mai
completamente dalla mia dieta, al massimo cercherò di mangiarlo meno
spesso (Patatine fritte, vi penso,... spesso...)
La
cosa che più di tutte però che mi ha dato soddisfazione non è aver
realizzato alcuni dei miei buoni propositi (ora devo continuare,
altrimenti non vale!), ma il cambio di mentalità che mi ha permesso
di riuscirci.
Tranquillo
2019, ho un paio di compiti in serbo anche per te, non ti farò
battere la fiacca; ve li racconterò in un prossimo post.
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