C'è
una grande confusione. I buoni propositi tendo a farli a gennaio, ma
molto spesso per me il vero inizio d'anno è settembre. Così,
tornata dalle vacanze estive, è stato inevitabile tirare le somme e
vedere a che punto ero con gli obiettivi che mi ero prefissata.
Ebbene,
non ne avevo portato a termine neanche uno. Ci sono rimasta male,
ovviamente, l'ho vissuta come una sconfitta, ho pensato che se avessi
dovuto renderne conto a qualcuno, mi sarei vergognata dei miei
risultati pari a zero.
Poi
mi sono ricordata che per il mio compleanno avevo espresso un altro
buon proposito, quello di essere più indulgente con me stessa.
Quindi ho dovuto riconoscere che, qualunque fosse il traguardo che
avevo raggiunto (in questo caso nessuno) mi ero comunque impegnata,
non avevo smesso di pensare ai miei obiettivi e a come poterli
raggiungere.
I have not failed. I've just found 10000 ways that don't work.Thomas Edison
Dove
ho sbagliato? Sono tutte cose che desidero fare o che voglio
introdurre nella mia vita per migliorarla e che sono consapevole mi
renderebbero più felice. Che cosa ti impedisce di fare una cosa che
ti da gioia?
Ho
scoperto che l'errore è tutto nella testa, nel modo di pensare e di
approcciarsi mentalmente alle cose.
TEMPO
Innanzitutto,
partiamo dal tempo. Dove c'è scritto che per portare dei cambiamenti
basti una settimana, un mese, un anno? In realtà, non si può sapere
quanto tempo impiegherai a portare a termine una cosa a cui tieni
tanto, le variabili sono infinite così come infiniti e diversi siamo
ognuno di noi. Ognuno di noi cammina al proprio passo e può
impiegare tempi diversi per percorrere lo stesso cammino. Non siete
ancora arrivati? La meta è lì che aspetta, in fondo alla strada,
non c'è nessuna fretta, godetevi il viaggio. La parte più difficile
è compiere il primo passo.
LA
DIETA
Che
cosa rende così complicato compiere quel benedetto primo passo?
Mi
è venuta in mente la famosa frase “Da lunedì a dieta!”, e di
come quest'ultima venga rimandata, di lunedì in lunedì... senza mai
essere iniziata o, comunque, abbandonata pochi giorni dopo. Perché
il mettersi a dieta ha una così brutta fama? Perché fa subito
pensare a parole come: rinuncia, privazione, difficoltà... fame! Ma
chi può mai essere invogliato da un castigo simile?!
Mi
è bastato riflettere su queste due semplici variabili per cambiare
il mio approccio mentale.
Ho
smesso di pensare a che cosa avrei dovuto rinunciare per trovare il
tempo di fare una cosa. Se vuoi incontrare un amico a cui tieni tanto
non pensi che devi rinunciare a qualcosa per trovare il tempo di
farlo, semplicemente pensi quando è il momento migliore per vedersi.
La stessa cosa vale per il tuo buon proposito.
Ho
smesso di pensare alle rinunce, mi sono concentrata sulle cose belle
che quei cambiamenti avrebbero portato al mio umore, alla mia
giornata, alla mia famiglia, alla mia vita. Quando inizi una dieta,
ad esempio, la perdita di peso dovrebbe essere l'ultima delle
preoccupazioni; all'inizio bisognerebbe concentrarsi su come
un'alimentazione più sana, regolare e bilanciata, ci fa sentire: più
attivi ed energici, pelle più bella, nessuna difficoltà nella
digestione. Insomma, mi sono concentrata sugli aspetti positivi e non
sulle difficoltà che avrei potuto (e ho) incontrato durante il
percorso. Mi sono fidata delle mie sensazioni e mi sono basata solo
su quelle, anche se all'inizio i risultati scarseggiavano.
Soprattutto perché all'inizio i risultati scarseggiano, sempre, e il
demoralizzarsi è dietro l'angolo.
E
così il nuovo anno per me è iniziato davvero a settembre. Curiosi
di sapere come andrà a finire?
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