Alle
volte mi sembra di essere circondata da controsensi: tutti a
sottolineare l'importanza dei libri, ma poi nessuno ha il tempo di
leggere, ad esempio; tutti a dire che i bambini hanno troppi
giocattoli, ma poi a Natale, già solo noi genitori facciamo trilioni
di regali; e l'elenco potrebbe continuare. Dalle cose più banali a
quelle più importanti, siamo una contraddizione vivente.
Da
quando ho avuto l'incontro con la malattia, quello che mi colpisce
più duramente è come tutti, me compresa, non facciamo che
sottolineare l'importanza del presente, vivere il momento, godere di
quello che si ha, ma poi, soprattutto all'inizio del nuovo anno o
settembre, è tutto un pianificare, progettare, elenchi di cose da
fare, buoni propositi, dare scadenze.
Nelle
giornate no, la mia profonda sensazione è che la malattia mi abbia
rubato il futuro; provate a sognare al presente, riesce molto
difficile, quasi impossibile, con un nodo allo stomaco non posso fare
a meno di domandarmi “Ma io ci sarò ancora? E come starò?”. Per
fortuna non accade sovente, e sto anche imparando a conviverci con
questa paura, però ogni tanto questo pensiero mi paralizza.
Non
fare nulla però, permettere davvero che la paura ci blocchi,
rimandare a un momento in cui i “problemi” saranno risolti
(esiste davvero questo momento? Secondo me no, la vita, purtroppo, ce
ne presenterà di nuovi e non è pessimismo, solo realismo) non è la
soluzione migliore. Un progetto concreto può essere un grande aiuto
e uno sprone per affrontare le giornate e sconfiggere proprio quella
paura frenante.
Quando
ho scoperto di essere malata e in concomitanza con l'inizio delle
cure, abbiamo iniziato a ristrutturare casa nostra, vivendoci dentro
oltretutto; nello stesso periodo è iniziato il ciclo di incontri di
bookcoaching che ho tenuto in diverse librerie. Sono stati i miei
progetti, le mie distrazioni, i miei sogni. Il blog, per esempio, è
uno sprone a pensare, fare e scrivere qualcosa di nuovo da quando
l'ho aperto.
Anche
per questo anno appena iniziato vorrei tanto un progetto più
concreto, ma ora come ora non si è palesata nessuna idea; il buono
proposito potrebbe proprio essere quella di trovarla! Nel frattempo
continuerò quelli dello scorso anno e, in più, ho deciso di
divertirmi con alcune “sfide” pratiche, la prima è questa:
Ti
va di farle insieme a me? L'ideale sarebbe fare una sfida al giorno,
ma ho deciso di essere indulgente con me stessa, ricordi? Quindi
l'importante è portarle a termine tutte. Gusti nuovi per
dare un sapore diverso alla nostre giornate, piccole attività per
darci la sensazione di fare qualcosa di concreto, gesti nuovi per
provare a creare nuove abitudini. Fammi sapere se deciderai di unirti
e, se ti va, condividi.
Mi voglio copiare questa lista e voglio provare a seguirla. Ci sono cose per me difficilissime, altre più semplici.
RispondiEliminaSai, non oso immaginare quello che provi, ma in un modo differente mi sento anch'io oppressa dal panico per un futuro che vedo pieno di difficoltà e mi sento molto vicina al tuo pensiero. A volte penso che sia il conto da pagare per essere stata molto felice, altre volte mi dico che è solo l'ennesima sfida da affrontare e mi faccio forza così.
Un grande abbraccio.
Nessun prezzo da pagare per la felicità, per carità, finirei col pensare di essermi guadagnata l'infelicità. Sono d'accordo con te, piuttosto, quando la definisci l'ennesima sfida, perché la vita è fatta proprio così. In bocca al lupo, allora, per la prova che ti aspetta.
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