lunedì 30 luglio 2018

La vita, ultimamente 37


E anche luglio è passato, con lui il tanto temuto quarantesimo compleanno che, grazie a mio marito, amici e familiari è stato davvero indimenticabile, così tanto che Vittoria non ha smesso di farmi gli auguri per giorni e giorni...

(La mia bellissima torta di compleanna fatta con 40 macarons, ideata da mio marito e realizzata dalla pasticceria Pastepartout)
Vorrei dire che è passato senza colpo ferire ma, proprio gli ultimi giorni di questo mese, ho dovuto di nuovo fare i conti con il mio carattere troppo sensibile, le mie difficoltà a gestire i rapporti con gli altri, soprattutto quando vengo ferita. Probabilmente sbagliando, l'unica cosa che so fare in questi casi è andarmene, senza chiedere spiegazioni e senza darne; ho provato in passato ma finivo sempre per non essere compresa (o sono io che non mi so spiegare), aggiungendo così altro dolore al dolore. La cosa che trovo davvero difficile infatti è condividere il mio dolore, perché io ne provo davvero tanto, sicuramente troppo, perché esagero nel mio sentire, la faccio veramente grossa come mi sono sentita dire spesso. Però è così che sento...
Mi rende triste realizzare che, donna fatta e finita, non ho ancora trovato un modo per gestire tutto questo al punto che, quando le maestre mi hanno detto che Vittoria è altrettanto sensibile, in cuor mio ho pianto disperata: come le insegnerò una cosa che non so fare?
Voi come vi comportate quando qualcuno vi ferisce? Glielo fate sempre presente? Riuscite a farvi comprendere? O, come me, scegliete la fuga e la solitudine?


Ma bando alla tristezza, ho ancora occhi, cuore e orecchie (le cicale, quante cicale!) pieni del bellissimo viaggio fatto nella Francia del sud. Sono stati giorni intensi e pieni di emozioni, che condividerò con voi in un post dedicato, se vi va.
Nel momento in cui leggerete questo post, avrò raggiunto in montagna Vittoria, che mi ha preceduta di qualche giorno insieme ai nonni. Sarà la nostra prima estate nella nuova casa, ci aspettano quindi giornate di scoperte, avventure, sentieri nuovi da percorrere, piccole cime da scalare, nuove tradizioni da creare. Ma, come ormai saprete, sarà anche la mia vacanza del dolce far niente, dei ritmi rallentati, niente wifii e televisione ma tante, tante letture.
Sarà l'estate in cui ho letto “Le onde”, libro che Virginia Woolf scrisse proprio a quaranta anni, direi quindi il momento perfetto per me per leggerlo. Nel suo diario, il 17 luglio (giorno del mio compleanno!) del 1931 scriveva:
Sì, stamattina credo di poter dire che ho finito. [] La mia opinione personale – Dio mio – è che si tratta di un libro difficile. Credo di non essermi mai sentita così spossata. [] E può darsi che sia un fiasco. E di più non posso fare. E mi pare buono ma incoerente, denso, tutto a scatti. Comunque è elaborato, compatto. Comunque ho cercato di cogliere la mia visione: se non è un risultato, è un tentativo nella direzione giusta. Ma sono inquieta. Può darsi che come effetto generale sia debole e cincischiato. Dio solo lo sa. Come ho detto, e lo ripeto per sottolineare la leggera esaltazione un po' sgradevole che ho dentro, sono ansiosa di sentire cosa dirà L. quando verrà – forse domani sera o domenica mattina – nella mia stanza in giardino col manoscritto, si metterà a sedere e comincerà: “Dunque!”
Come ogni anno, il blog chiuderà i battenti per poi riaprirli il 3 settembre.

Vi auguro un'estate da cicale, non per canta che ti passa, ma perché questo animale così bistrattato era in realtà in passato simbolo di purezza e risurrezione e il nuovo anno, settembre per me, si avvicina.
Che le vacanze abbiano inizio, dunque!

2 commenti:

  1. W la Francia del SUD, W questa splendida torta che tuo marito ha saputo realizzare, è stupenda e adoro i Macaron.
    Quando mi feriscono cerco un confronto se tengo alla persona, e si aprono di solito 2 scenari molto differenti:
    ci si spiega, capisce e butta alle spalle l'accaduto
    non ci si intende proprio e il dolore si stratifica e allontana un po' dalla persona.
    Buonissima montagna allora, via dal caldo cittadino soprattutto.

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