Tutto
mi sarei aspettata da questa estate 2018 tranne che le parole mi
avrebbero abbandonato. Se è vero che il nome di questo blog può far
supporre che io le stessi da sempre aspettando, in realtà non mi
erano mai mancate, quello che più semplicemente attendevo era il
sapere finalmente usarle bene, scrivere bene.
Invece
è calato il silenzio e, cosa ancora più assurda, l'ho realizzato
solo ora. All'inizio pensavo di stare troppo male per scrivere,
temevo di infondere al testo tutta la tristezza e disperazione che
stavo (e sto) provando. Nella mia testa, poi, sembravo
improvvisamente incapace di parlare delle mie sensazioni e sentimenti
con il mio solito riserbo e, allo stesso tempo, non avevo nessuna
voglia di parlare dei fatti miei.
Poi
un giorno qualcuno di voi ha scritto nei commenti “Tutto bene?
Tutto tace” (grazie per esserti preoccupato per me, anonimo) e in
due parole ha descritto quello che stavo vivendo: oblio. Io non lo so
dire quello che sto vivendo.
Ora
sono nella fase “va bene così”, mi manca il blog, ma nemmeno
tanto, potrei anche vivere senza. Non ho voglia di obbligarmi a
scrivere, non per forza tutto deve avere un nome o una spiegazione.
Però mi dispiaceva non aver mantenuto l'impegno preso e cioè non
essere tornata a scrivere all'inizio di settembre e, questo sì, due
parole due sentivo di dovervele dare. Senza capo ne coda, ma eccole
qua.
Il
sorriso non mi manca, ho questa cosa che sorrido spesso, la gente me
lo fa sempre notare e, quando succede, non posso fare a meno di
pensare tra me e me “Il riso abbonda sulla bocca degli stolti”.
La gente mi fa un complimento e io mi sento stupida. Anche le lacrime
mi tengono spesso compagnia, non ho mai pianto così tanto come in
questi ultimi mesi; in “Donne che corrono coi lupi” l'autrice
scrive che le lacrime sono traghettatrici, chissà dove mi stanno
portando.
Sto
leggendo molto e penso che, se mai riprenderò a scrivere, sarà per
condividere le mie letture, così potrò ignorare tutto il resto.
Sto
cercando di arrabbiarmi di meno e forse ci sto riuscendo (marito
confermi?) e sto anche facendo lo sforzo titanico di essere più
indulgente, con me stessa, con chi mi è accanto e, soprattutto, con
questa vita, l'unica che ho e che non voglio sia mia nemica, anche se
lei ce la sta davvero mettendo tutta per dimostrarsi tale. Cara vita,
alla fine ti tengo stretta a me, perché
È proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma controvoglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: “Ti odierò se posso, se no, t'amerò controvoglia”.Petrarca
Se
vi va, portate pazienza e restatemi accanto ancora un po', nel
silenzio.
Tu riesci a commuovermi.
RispondiEliminaSai che sei sempre nei miei pensieri.
Accendi il fuoco nel camino. Io porto le tisane. Staremo a guardare dalla finestra le foglie cambiare colore. In silenzio.
Un abbraccio.
Grazie Martina. Anche tu sei nei miei pensieri.
EliminaNon vedo perché non dovremmo farlo, starti accanto in silenzio, Francesca. Questo ci chiedi e questo faremo, se ti affacci ci vedrai.
RispondiEliminaUn abbraccio
Sandra
Ti abbraccio anch'io, Sandra
EliminaCerto che aspettiamo. E intanto ti mandiamo uno di quegli abbracci caldi caldi e stretti stretti <3
RispondiElimina(e non sentirti stupida, mai!)
Sul non sentirmi stupida ci devo lavorare... :-P
EliminaMe lo prendo tutto questo abbraccio
Solo con gli amici sinceri ci si può permettere un silenzio confortevole. Qui quella possibilità c'è. Ti aspetto.
RispondiEliminap.s. quanto conforto c'è nel non possedere parole e poi incontrarle pronunciate (scritte) da altri "proprio" per noi?
Tantissimo conforto, ecco perché non smetterò mai di leggere.
EliminaTi abbraccio fortissimo ❤️
RispondiEliminaGrazie Simo.
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