A
Torino c'è una via, in pieno centro città, sotto i cui portici sono
raccolte numerose bancarelle dove è possibile comprare libri usati;
edizioni di ogni età, anche recentissime, la maggior parte in
buonissimo stato, come nuove, quasi tutte a metà prezzo o anche a
meno.
Un
pomeriggio della scorsa settimana da sola con mio marito, in una di
quelle ormai rare occasioni, ho fatto una passeggiata proprio in
quella via. Mai come in questi momenti realizzo pienamente, in una
sorta di paradosso, come non siamo più solo noi due: l'assenza di
Vittoria in questi casi è una presenza palpabile. Non ci ho ancora
fatto l'abitudine, in alcuni attimi provo una forte nostalgia per ciò
che eravamo come coppia e che non riusciamo ad essere più,
nonostante i nostri sforzi. Il terzo incomodo su cui il discorso va
sempre a finire, il cui pensiero ci fa sorridere, sospirare e
scoppiare il cuore d'amore. Ci guardiamo innamorati... di lei, il
frutto del nostro amore.
Passeggiando
mi sono soffermata per caso su una di queste bancarelle e due libri
in particolare hanno attirato la mia attenzione. Avrete fatto caso
come da un po' di tempo a questa parte io sia particolarmente
interessata al tema del tenere
e del lasciare andare;
che siano vestiti o oggetti, vecchie abitudini o stili di vita. Mi
affascina questa cosa che, quasi senza rendermene conto, i miei
pensieri e le mie riflessioni abbiano un tema, che gira e rigira sia
sempre lì dove io vado a parare; sono curiosa di vedere dove mi
condurrà questa mia ricerca inconscia.
Il
mio ultimo atto di pulizia
ha riguardato le scarpe; in un raptus di follia ho svuotato tutte le
scatole e ho ammucchiato tutte insieme le calzature in mio possesso,
come suggerito da questo libro. Come pronosticava l'autrice, è stato
un leggero shock realizzare quante ne possedevo; ad un certo punto ho
smesso di contarle perché mi vergognavo... Ebbene, il primo libro ad
aver attirato la mia attenzione è “L'esercito delle cose inutili”
di Paola Mastrocola; in particolar modo questa frase in quarta di
copertina:
Questo è un romanzo speciale, che ruota intorno a una domanda semplice e decisiva: cos'é che riempie davvero la nostra vita?
Anche
per il secondo libro ad attirarmi è stata una domanda in quarta di
copertina:
Che cosa lasciamo, quando lasciamo qualcuno?
Mio
marito scherzando mi ha chiesto se doveva preoccuparsi, se stavo
cercando di mandargli un messaggio perché, nel caso di “Lacci”
di Domenico Starnone, a lasciarsi sono i i due coniugi protagonisti
del romanzo. Gli ho risposto di no, che non si deve preoccupare, non
ancora almeno... :-)
Prenderò
questa storia, se mi sarà possibile, come una metafora: siamo
sposati con noi stessi prima di tutto ma capita, alle volte, che
questo rapporto incominci a starci troppo stretto, che si senta il
bisogno di dire addio a ciò che eravamo e non siamo più.
Con
entrambi i libri c'è da parte mia la ricerca della risposta a queste
domande, o per lo meno un'indicazione, un segno, un punto in comune
per quello che sento essere uno snodo importante delle mia vita.
Cosa
cambia, se muori? Cosa muore, se cambi?
Anche io in questo periodo sto riflettendo molto sul tema del tenere e lasciare, soprattutto per quel che riguarda alcune strutture mentali che, nel corso della vita, mi hanno fatto più male che bene. è un percorso difficile, quello che ci porta ad emanciparci dall'attaccamento. Pensa che mi sono messa a piangere quando ho cambiato la macchina!
RispondiEliminaP.S. Bello il tuo blog: ci tornerò! :)
Un viaggio difficile, davvero, ma molto più interessante se fatto in compagnia. Grazie per essere passata di qui. Sarò molto contenta se deciderai di proseguire!
Elimina@ Chiara, penso di essera stata io a indirizzarti qui. E ne sono felice. Anch'io ho pianto quando abbiamo cambiato l'auto, ci feci pure un post.
RispondiElimina@ Francesca, bellissimo post pieno di spunti e riflessioni, il lasciare andare è un tema portante del romanzo di Natallia work in progress, bella la bancarella ci passerei un botto di tempo, e sulle difficoltà a essere coppia quando si è in tre, non dover affrontare questo stacco è un sollievo consolatorio alla mancata genitorialità. Bacio Sandra
Ma se tu nemmeno guidi! :-D
EliminaSì, sono arrivata qui dal tuo blog e sono molto contenta. Mi sono già segnata come lettrice fissa. :)
Eh ma grazie all'offerta di un passaggio su quella macchina ho poi sposato mio marito!!! S.
EliminaSto leggendo lacci. E' sul mio comodino da tre sere e sono arrivata solo a pagina 12. perché faccio così fatica a leggere la voce di questa donna ancora non lo so, ma è una delle cose che, leggendo, cercherò di scoprire.
RispondiEliminaLo stai leggendo? lo leggerai?
Mi piacerebbe leggere qualcosa insieme a te.
Ero indecisa se leggere lui o un altro libro ma mi hai convinta, leggiamolo insieme. Questa sera lo inizio!
EliminaChe bello....lo recensiamo insieme?
RispondiElimina(non so come, ma potremmo trovare un modo)