Il
3 aprile 1941 compariva sul “Times” l'annuncio della scomparsa, e
morte presunta, di Virginia Woolf. Da quel giorno, fino al
ritrovamento del corpo dopo tre settimane e per i mesi seguenti, il
marito Leonard Woolf e la sorella Vanessa Bell ricevettero centinaia
di lettere provenienti da i diversi angoli della terra, attestanti
l'enorme lutto che aveva colpito le persone che avevano avuto la
fortuna di conoscerla ma, soprattutto, i lettori di tutto il mondo.
Queste lettere sono raccolte nel volume “Lettere in morte di
Virginia Woolf” a cura di Sybil Oldfield e pubblicato da La
Tartaruga edizioni.
Pregevole
lavoro di studio storico, bibliografico e sociale, questo libro è
sicuramente indicato per gli appassionati più incalliti della
scrittrice; da ognuna di queste lettere, infatti, traspare un aspetto
particolare, un inedito dettaglio, un omaggio affettuoso e l'impronta
di un ricordo indelebile.
Si
ha però, inoltre, il polso della vita di quel periodo, quando la
minaccia di Hitler e il nazismo incombevano sull'Europa. Si scopre
così, ad esempio, che il suicidio di Virginia Woolf venne fortemente
giudicato e letto come ennesima conferma della critica che la stampa
stava facendo proprio in quel periodo alla cerchia di Bloomsbury: gli
intellettuali venivano ritratti come un élite distante dal popolo,
incapace di partecipare alla lotta alla sopravvivenza che stava
sostenendo l'Inghilterra. Dopo la pubblicazione di una lettera
scritta dalla moglie di un vescovo di Lincoln, Leonard Woolf si sentì
addirittura in dovere di rispondere in difesa del suicidio della
moglie.
Tutti coloro che avevano conosciuto bene Virginia, invece, furono concordi nell'attestare il merito al marito per averla tenuta in vita e averle così permesso di donare ai lettori magnifiche opere letterarie.Sento di non dover lasciar passare sotto silenzio l'affermazione secondo cui Virginia Woolf si sarebbe suicidata perché incapace di affrontare i «momenti terribili» che tutti noi stiamo attraversando. Perché non è vero...
Leonard Woolf (lettera al Times del 4 maggio 1941)
Nessuno che abbia conosciuto Virginia attraverso i suoi scritti o in altro modo potrebbe credere che volesse sfuggire alla guerra - …
Lady Eleanor (Nelly) Cecil
Le hai reso la vita vivibile e l'hai tenuta al riparo dalle preoccupazioni e le hai dato tanta felicità.Violet Dickinson
Hai fatto dei sacrifici per Virginia, sacrifici che sei stato fortunato di poter fare e dei quali ci dobbiamo congratulare con te. Ma le hai reso anche un servizio, il servizio di un'intera vita, che ti merita la gratitudine dei suoi amici.
Harry Stephen
Hai trent'anni di vita insieme cui riandare col pensiero, trent'anni durante i quali l'hai custodita e protetta – cosa di cui il mondo intero, oltre ai suoi amici, ti è debitore.
Saxton
Sebbene
le lettere possano sembrare molto simili tra loro, queste si
distinguono per la varietà dei mittenti e l'eccezionalità di molti
di loro; personalità letterarie e intellettuali, organizzazioni
inglesi di diverso stampo e, soprattutto, tanti lettori, del tutto
ignoti ai Woolf: un prigioniero di guerra tedesco, due rifugiati
ebrei, uno studente universitario americano, una giovane australiana,
una canadese, solo per fare alcuni esempi.
Ho
apprezzato enormemente che alla fine della lettera ci fosse sempre
una breve nota sulla biografia del mittente e gli eventuali rapporti
avuti con Virginia, Leonard o Vanessa. Leggere queste missive è
stato come affacciarsi sull'Inghilterra di quei mesi, rivivere non
solo l'angoscia dei cari di Virginia, ma anche i ricordi dei bei
tempi che avevano passato insieme.
Inutile
aggiungere che l'abbandono dell'arte dello scrivere lettere è secondo
me, senza sentirmi esagerata, una grave perdita per noi tutti.
Ma quant'era bello ricevere lettere da amici lontani, cartoline da chi era partito o anche le missive dei pen friend? Aprire la cassetta e trovare un messaggio per te, da assaporare, analizzare, su cui riandare con la mente o da rileggere più e più volte? Immaginare quella persona intenta a scriverti e gioire del pensiero che ti avesse dedicato un po' del suo tempo?
RispondiEliminaAdesso nella cassetta delle lettere si trovano solo bollette o volantini pubblicitari e aprirla è demoralizzante.
Era bellissimo e lo è tutt'ora, quelle poche volte che succede! Inoltre era un modo di comunicare diverse, più meditato e per questo, secondo me, più profondo. Conitnuerò a scrivere lettere, mi piace troppo farlo.
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