La
nostra vacanza all'Isola d'Elba si potrebbe riassumere così: la
sorpresa di trovare la nostra dimensione.
Avevo
accennato QUI di come i primi anni in vacanza con Vittoria avessimo
faticato a trovare e capire quale modalità di vacanza al mare fosse
più adatta per noi: in appartamento non mi ero riposata molto, tra
pulizie e cucina; in albergo mi ero ritrovata imprigionata in camera
alle prese con una bimba nel pieno dei terribili due
o durante interminabili riposini pomeridiani, avevo vissuto come uno
stress i pranzi e le cene a orari fissi e per cui doversi sempre
rendere presentabili.
Il desiderio di trascorrere dei sereni giorni al mare si cozzava con
il timore di vedersi ripetere una delle due esperienze precedenti.
(Il Bat-Traghetto Moby che ci ha portato sull'isola)
Il
merito è tutto della pazienza certosina con cui mio marito si mette
alla ricerca delle mete giuste per noi e la cura con cui pianifica le
nostre vacanze fin nei minimi particolari, se quest'anno abbiamo
avuto una settimana da sogno. Ecco, se dovessi mai promuovervi un
tour operator, vi suggerirei lui.
Sua
la scoperta di questa recente forma di soggiorno: il glamping, un mix
perfetto tra la tenda di un campeggio e l'appartamento, la gioia di
vivere in mezzo alla natura, con tutte le comodità di un
appartamento.
(La tenda Adventure Lodge Safari del Camping Village Stella Mare)
Abbiamo
assaporato la libertà di fare ciò che più ci piaceva, liberi da
obblighi e doveri: cucinavamo quando ne avevamo voglia, altrimenti
mangiavamo nelle numerose soluzioni presenti all'interno del
campeggio o lì vicino (ristorante, pizzeria, bar, rosticceria,
supermercato); passavamo le nostre giornate sempre all'aperto tra
spiaggia, piscina, terrazzo e giardini (anche in quell'unico giorno
di pioggia che abbiamo avuto); ci siamo scoperti un po' selvaggi
vivendo sempre in costume o poco più, contenti di considerare una
doccia quella di acqua dolce fatta in spiaggia dopo il bagno in mare,
liberi di non lavarci i capelli la sera perché tanto sarebbero stati
di nuovo a mollo il mattino dopo, pigri al punto giusto per
confessare di non avere voglia di visitare l'isola. Ci bastava
quell'angolo di paradiso.
(In acqua fino all'ultimo raggio di sole)
Un
paio di volta siamo comunque usciti. Una sera siamo andati a visitare
Porto Ferraio, passeggiato tra le stradine del borgo vecchio
circondato da mura, visto la casa dove aveva vissuto Napoleone,
cenato da “Acqua Cheta” con un'ottima cucina casalinga a base di
pesce e fatto alcuni acquisti tra i negozi di souvenir e le
bancarelle di artigiani.
L'ultimo
giorno, prima di prendere il traghetto, abbiamo trascorso alcune ore
a Capoliveri, borgo stupendo abbarbicato sulla cima di una collina da
cui si gode una bellissima vista sul mare. A pranzo ci siamo
deliziati con il menù sempre a base di pesce proposto da “Trattoria
Moderna” e prima di partire abbiamo fatto incetta di vino e olio
dall'azienda agricola “La Fazenda”.
(La spiaggia di Capo Bianco da cui abbiamo salutato il mare)
Ora,
insieme a tanti bellissimi ricordi, c'è la voglia di ritornare.