lunedì 11 settembre 2017

Cracovia


I pierogi sono uno dei piatti tipici polacchi, diffusi però anche in Russia, Ucraina e Bielorussa. In genere questi ravioli di pasta a mezzaluna vengono riempiti di carne, verdure o formaggio (ma c’è anche chi li prepara con la frutta) e serviti con un condimento di panna acida. Arrivati probabilmente dall’Asia in Polonia nel tredicesimo secolo, nel passato venivano preparati in occasione delle feste, ad esempio a Natale. Oggi li si gusta molto più spesso.
In teoria.

(Cstello Reale del Wavel)
In pratica per ben due volte ci siamo sentiti rispondere che erano finiti e l'unica volta che li abbiamo trovati era rimasta solo una porzione, che ci siamo divisi in cinque. E' un po' come andare a Napoli e sentirsi dire che l'impasto per la pizza è finito. Sono sicura che se fossi entrata nei numerosi McDonald che pullulavano in tutti i laghi e in tutti i luoghi, anche in mezzo al nulla, non avrei avuto difficoltà a mangiare un hamburger.
Perché parto da qui per raccontarvi del mio soggiorno a Cracovia? Perché, secondo me, è l'emblema di quello che sta capitando a questa città a causa del turismo di massa. Non mi ero mai preoccupata di questo fenomeno e nemmeno della globalizzazione, se non superficialmente, e recentemente avevo avuto un moto di stizza quando Tiziano Terzani se ne lamentava in “Un indovino mi disse”, sono del parere che viaggiare è uno dei modi migliori per conoscere e aprire la mente, oltre a portare lavoro quindi: ben vengano i turisti!


Cosa succede però se il turismo prende il sopravvento e le città si trasformano (si snaturano) per accogliere i visitatori? Succede che atterri in una città straniera e la prima cosa che vedi sono: Zara, Stradivarius, H&M, Starbucks e McDonald (e questo vale anche per le nostre città). Succede che fatichi a capire, comprendere, gustare e vedere la cultura e le tradizioni per cui hai deciso di impiegare tempo e denaro. Succede che non avviene nessun incontro (l'unica chiacchierata che ho fatto è stata con una signora francese), che sei uno straniero in mezzo a tanti stranieri in visita e sei trasparente, solo un'entità a cui fornire servizi in cambio di denaro. E i servizi che ti offrono non sono sempre quelli che tu vorresti...

(L'angolo selfie alla mostra del quadro "La dama con l'ermellino")
Non ho gli strumenti per fare un'indagine sociologica ed economica e lungi da me dal volerlo fare; queste sono solo le sensazioni che ho provato mentre soggiornavo a Cracovia. Mi sono anche interrogata più e più volte su dove stessi sbagliando: non sono riuscita ad allontanarmi dai luoghi troppo turistici? Ho visitato i luoghi sbagliati? (Ma abbiamo macinato una media di dieci chilometri al giorno!) Non sono stata abbastanza aperta con gli abitanti? Non mi sono informata bene?

(L'interno del ristorante "Klezmer hois" nel quartiere ebraico, dove abbiamo pranzato)
Ma com'è Cracovia, vi starete domandando?
E' bella. E' un'antica città medievale che, se riesci a sollevare lo sguardo dalla massa di gente che ha invaso le sue strade, mostra ancora i segni del suo glorioso passato, composto da miti, re, leggende e storia.

(Il trombettiere che suona l'hejnal allo scoccare dell'ora)
Se chiudevo gli occhi riuscivo ad immaginare le carrozze e i carri, i negozianti, mercanti e venditori provenienti dai diversi paesi d'Europa che affollavano l'enorme piazza Rynek Głơwny e a scorgere gli studenti che affollavano i vicoli di questa importante città universitaria. Il libro che ho scelto per accompagnare questo mio viaggio è stato, devo confessare, di grande aiuto nell'aiutarmi ad apprezzare questa città che faticavo a scovare.

(Rynek Głơwny)
 
In questi sei giorni abbiamo prevalentemente passeggiato e ammirato i diversi quartieri; essendoci VV abbiamo preferito evitare la visita ai campi di concentramento così come al museo dell'olocausto e quello di Schindler, reputandola ancora troppo piccola per affrontare questi argomenti e temendo rimanesse sconvolta di fronte alle immagini. 


Grande successo ha avuto la gita di un giorno fatta alla miniera di sale di Wieliczka, patrimonio dell'umanità dell'Unesco. La visita inizia con la discesa di 380 gradini che portano a una profondità di 135 metri; tra i vari capolavori, quello della Cappella di Santa Cunegonda: ogni singolo elemento, dai candelabri all'altare, è fatto di sale.


Cracovia, città fondata sconfiggendo un drago, sentiremo parlare ancora per molto tempo della tua leggenda tra le mura di casa nostra.

(Il drago Smok)
(Abbiamo sudato sette camice per trovare questo libro e siamo riusciti ad accaparrarci l'ultima copia in inglese)

6 commenti:

  1. Ma che bella che è Cracovia, vien proprio voglia di visitarla. E io che pensavo che la Polonia non fosse ancora stata investita dal turismo di massa...evidentemente invece i viaggiatori sono più veloci di me.
    Riguardo alla tua riflessione, io invece questa estate sono stata nei Paesi Baschi è ho notato l'esatto contrario. Specialmente a Bilbao, città carinissima e molto nord europea per essere in Spagna, ho constatato l'assenza delle grandi catene che si ripetono come cloni ovunque (per lo meno nel centro, poi nelle zone meno turistiche non so) e ho invece apprezzato l'esistenza di negozi che profumavano di locale: negozi di abbigliamento per bambini dal taglio sartoriale e un po' vintage che mi ricordavano i vestiti della mia infanzia; panetterie e forni che esponevano biscotti e dolci tradizionali; un intero negozio di...baschi. Insomma un commercio forse locale, ma piacevole perché non offriva le "solite cose" e aveva un sapore autentico.
    Non so se ciò dipenda dalla tradizione di un popolo che da sempre ha rivendicato orgoglioso le sue radici (la squadra di Bilbao accetta solo calciatori nati nei Paesi Baschi) o se la città non sia stata ancora investita dal turismo di massa, però è stato un aspetto particolare e gradevole.

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    1. Dovremmo fare tutti così: rivendicare orgogliosamente le nostre radici, che non significa rifiutare i turisti, anzi l'autenticità e la singolarità sono l'accoglienza migliore, a parer mio.
      Comunque anch'io non mi aspettavo tutta quella gente a Cracovia, mannaggia... ahahah!

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  2. Ecco, questo post mi fa capire che sono stata molto fortunata ad averla visitata 12 anni fa! Io me ne innamorai perdutamente il turismo di massa non c'era, nonostante fosse un "ponte" e ci godemmo tutto, che ci sembrò così tipico. Certo Auschwitz, noi ci siamo stati, era decisamente prematuro per VV.
    Un bacione
    Sandra, foto bellissime grazie per avermela comunque ricordata, Lubiana dove sono appena stata io ha anche lei come simbolo il drago, e gli stessi pupazzi

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    1. Allora devo portare VV a Lubiana, la passione per i draghi non scema... :-)
      Sei stata molto fortunata, Sandra, ad aver goduto Cracovia in tutto il suo autentico splendore! Baci.

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  3. Non sei la prima a notare questa cosa del turismo a Cracovia. In effetti è una delle mete più economiche e interessanti dell'est, era abbastanza inevitabile capitasse (penso a città come Firenze che, a quanto dicono i miei cugini di lì, ormai ha poca "cura" dei visitatori vivendo di notorietà).

    Comunque ogni volta che vedo le vostre foto non posso non dirvi quanto siete belli!

    Alice

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    1. Speravo di aver battutto tutti sul tempo con Cracovia, invece sono rimasta fregata...
      Cracovia è economica, vero, per quanto riguarda il mangiare e il dormire, ma le grandi catene come Zara&co hanno gli stessi costi di qui quindi mi sfugge a chi sono rivolte: non a me che posso comprarle già a casa mia, non ai residenti che forse non se le possono (ancora) permettere. Non ci capisco molto...
      Grazie per il belli!

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