A
svegliarci era quasi sempre il suono delle campane delle otto.
Qualche coccola, lotta e solletico sotto le coperte e poi,
immancabilmente, partiva la richiesta di VV: “Posso andare a
svegliare gli zii (o i nonni)?”.
Dopo
una lauta colazione tutti insieme (e di abbondanti in montagna erano
anche pranzi, merende e cene!) ci si preparava per la passeggiata,
quasi ogni giorno una destinazione diversa: pietre, torrenti,
pozzanghere, ragnatele, buse (sapete tutti cosa sono?), “Non ti
pungere con i rovi”, formiche, tane, “Attenzione alle ortiche”,
rametti, foglioline, “Batti il bastone sulle pietre per scacciare
le vipere”, terra, fiori, farfalle, rondini. Abbiamo visto tre
Bambi, due serpenti, le rondini, falchetti, poiane, un rospo, mucche
e capre in abbondanza, cani da pastore di cui uno birbone. VV nella
sua stalla immaginaria aveva anche un cinghiale goloso di mollette da
bucato, quante corse lungo il terrazzo per togliergliele dalla
bocca...
Il
mio momento preferito della giornata era il dopo pranzo quando, dopo
aver letto una favola a VV, mi coricavo con lei e ci addormentavamo
una dentro il respiro dell'altra. Dopo poco io mi svegliavo e mi
mettevo a leggere, rimanendo al suo fianco fino al suo risveglio.
Merenda
e poi altri giochi, passeggiate, partite a carte, corse e giri in
bici fino all'ora di cena. Una volta preparateci per la notte, ci
coricavamo di nuovo insieme e VV si addormentava guardandomi leggere.
Secondo me il paradiso non è molto diverso.
Non
è stato tutto rose e fiori però; ho avuto i miei momenti di
nervosismo, vuoi per la convivenza stretta con altre persone, per
l'assenza o il numero davvero esiguo di momenti in cui stare da sola
(e per me la solitudine è fon-da-men-ta-le), vuoi perché dopo tanto
dolce far niente smaniavo anche per fare qualcosa, ma ben consapevole
che una volta tornata a casa sarebbe finita la pacchia (confermo) e
quindi oscillavo tra il restare e andare, tra l'oziare e l'agire, tra
il “Vorrei che le vacanze non finissero mai” e “Basta non ne
posso più, quando inizia la scuola?!”.
Direi
tutto nella norma, no?
Volenti
o nolenti, il giorno della partenza è arrivato, siamo tornati a casa
e abbiamo trovato il caldo infernale ad aspettarci, quello per cui
ogni anno scappiamo in montagna. Questa la nostra espressione davanti
a cotanta ostinazione:
Ho
perso il conto delle lavatrici fatte, e quelle ancora da fare, devo
sbrigarmi perché per noi le vacanze non sono ancora finite. Questa
volta la nostra destinazione sarà il mare. E poi l'estate sarà terminata, per davvero.
“Che si legge in famiglia”, la mia.
Ciao Francy!
RispondiEliminaCome ti capisco... concordo su tutto, soprattutto le lavatrici.
Anche qui la ripresa non è facile, le faccende si accavallano con il lavoro e mi sento già in affanno. E non riesco ancora a riprendere il blog!
I progetti sono tanti... non resta che affrontare le cose una per volta.
Un abbraccio e buon anno
Francesca
Hai ragione, un passo alla volta, anche se l'affanno continua a tendere i suoi agguati. Cercherò di depistarlo!
EliminaUn abbraccio e buon anno anche a te, cara.