lunedì 3 ottobre 2016

Arte alle corti


Sono sempre stata convinta del fatto che non ci sia modo migliore per conoscere una città del passeggiare per le sue strade, perdersi per le sue vie, farsi inghiottire dalla sua geografia. Cartina alla mano o no, ho sempre amato e amo tutt'ora, come mezzo di trasporto, i piedi; l'unico che ti permette la giusta velocità per entrare nell'atmosfera di una città, straniera o casa tua, che ti permette di assaporare odori, colori e suoni.
Fino al 10 novembre c'è la possibilità di conoscere una Torino nascosta grazie a “Arti alle Corti”, un'iniziativa alla sua seconda edizione, pensata proprio come una passeggiata en plein air, un invito a scoprire la città attraverso le corti e i giardini custoditi all'interno dei palazzi cittadini, spesso chiusi al pubblico.

(Palazzo Birago di Borgaro)

«Architetture che diventano musei all'aperto di arte contemporanea... in cui, dall'estate all'autunno, si declina un possibile concetto di arte pubblica. Corti come gallerie, come scene aperte, come luoghi d'arte, capaci di mettersi in gioco e di accogliere e dialogare con opere d'arte.»

(Giardino Palazzo Cisterna)

Alla fine di agosto ho avuto il piacere di trascorrere una bellissima mattinata passeggiando per il centro di Torino, in compagnia di VV, del suo entusiasmo e della sua curiosità. Sono stata in luoghi che non conoscevo, ho attraversato cancelli di fronte i quali chissà quante volte ero passata davanti ma non li avevo mai degnati di uno sguardo, ho ammirato opere d'arte contemporanee all'interno di cornici barocche.

(Palazzo Chiablese)

Non sono un'esperta d'arte; alle superiori la mia insegnante di storia dell'arte era più interessata al disegno tecnico e, le poche volte che affrontava un dipinto o una qualsiasi altra opera, aveva il potere di annoiarmi a morte. Eppure ho sempre frequentato i musei, sono sempre stata attratta dalla comunicazione, di qualsiasi forma essa sia: che sia un libro, un quadro, un'installazione, un video, una fotografia, mi avvicino curiosa di comprendere il messaggio dell'autore, di percepire le emozioni o i sentimenti che mi vuole suscitare. L'ho sempre considerato un gioco ed è così che sto cercando di trasmetterlo a VV. «Che cosa vedi? Che cosa ti sembra? Guarda», sta tutto nell'allenare lo sguardo e la fantasia. Ancora oggi VV ci chiede di raccontarle la storia che inventammo per lei di fronte a una foto di Helmut Newton a Berlino la scorsa estate e, grazie a quella storia, quella foto è così vivida ai nostri occhi, come se l'avessimo appena osservata.

(Palazzo Carignano)

Possono succedere tante cose mentre aspetti, mani in tasca, alla fermata dell'autobus...


QUI tutte le informazioni su “Arte alle Corti”.

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