Sono
sempre stata convinta del fatto che non ci sia modo migliore per
conoscere una città del passeggiare per le sue strade, perdersi per
le sue vie, farsi inghiottire dalla sua geografia. Cartina alla mano
o no, ho sempre amato e amo tutt'ora, come mezzo di trasporto, i
piedi; l'unico che ti permette la giusta velocità per entrare
nell'atmosfera di una città, straniera o casa tua, che ti permette
di assaporare odori, colori e suoni.
Fino
al 10 novembre c'è la possibilità di conoscere una Torino nascosta
grazie a “Arti alle Corti”, un'iniziativa alla sua seconda
edizione, pensata proprio come una passeggiata en plein air,
un invito a scoprire la città attraverso le corti e i giardini
custoditi all'interno dei palazzi cittadini, spesso chiusi al
pubblico.
(Palazzo Birago di Borgaro)
«Architetture
che diventano musei all'aperto di arte contemporanea... in cui,
dall'estate all'autunno, si declina un possibile concetto di arte
pubblica. Corti come gallerie, come scene aperte, come luoghi d'arte,
capaci di mettersi in gioco e di accogliere e dialogare con opere
d'arte.»
(Giardino Palazzo Cisterna)
Alla fine di agosto ho
avuto il piacere di trascorrere una bellissima mattinata passeggiando
per il centro di Torino, in compagnia di VV, del suo entusiasmo e
della sua curiosità. Sono stata in luoghi che non conoscevo, ho
attraversato cancelli di fronte i quali chissà quante volte ero
passata davanti ma non li avevo mai degnati di uno sguardo, ho ammirato
opere d'arte contemporanee all'interno di cornici barocche.
(Palazzo Chiablese)
Non
sono un'esperta d'arte; alle superiori la mia insegnante di storia
dell'arte era più interessata al disegno tecnico e, le poche volte
che affrontava un dipinto o una qualsiasi altra opera, aveva il
potere di annoiarmi a morte. Eppure ho sempre frequentato i musei,
sono sempre stata attratta dalla comunicazione, di qualsiasi forma
essa sia: che sia un libro, un quadro, un'installazione, un video,
una fotografia, mi avvicino curiosa di comprendere il messaggio
dell'autore, di percepire le emozioni o i sentimenti che mi vuole
suscitare. L'ho sempre considerato un gioco ed è così che sto
cercando di trasmetterlo a VV. «Che
cosa vedi? Che cosa ti sembra? Guarda»,
sta tutto nell'allenare lo sguardo e la fantasia. Ancora oggi VV ci
chiede di raccontarle la storia che inventammo per lei di fronte a
una foto di Helmut Newton a Berlino la scorsa estate e, grazie a
quella storia, quella foto è così vivida ai nostri occhi, come se
l'avessimo appena osservata.
(Palazzo Carignano)
Possono
succedere tante cose mentre aspetti, mani in tasca, alla fermata dell'autobus...
QUI
tutte le informazioni su “Arte alle Corti”.
Nessun commento:
Posta un commento