Come è curiosa la vita. Ieri sera ero davanti al pc, senza ispirazione, ma con il forte desiderio di non far passare un altro giorno senza scrivere. Alla fine mi sono dovuta arrendere e soccombere alla delusione; per fortuna c'era Eugenides ad aspettarmi sul comodino, ci avrebbe pensato lui a consolarmi.
Mentre navigavo, leggevo blog, controllavo la mail, allungavo la mia lista dei desideri dei libri su Amazon, ho aperto anche una cartella che si chiama “Bozze”. Ho ritrovato così una pagina scritta quasi un anno fa, una sorta di sfogo, di diario personale. Iniziavo ricordando come una volta mio marito ed io amassimo fare esperienze di “prime volte”, avevamo anche dato un nome a questa nostra passione: mettere le crocette. Le registravo con precisione maniacale sulla mia agenda e a volte ne festeggiavamo la ricorrenza.
In quel brano però lamentavo il fatto che ultimamente (cioè dall'arrivo di VV) la mia vita si stava costellando di prime e ultime volte e che quest'ultime, soprattutto, si manifestavano senza preavviso. I bambini crescono così in fretta e tutto cambia a una velocità tremenda, hai voglia a ripeterti di goderti l'attimo, in un battito di ciglia è già passato.
Questa mattina, in un momento di pausa tutto per me, ho letto un articolo di Gabriele Romagnoli su Vanity Fair: parlava di fine e di inizio. Che coincidenza.
Basterebbe riuscire a vedere, in ogni fine, un nuovo inizio, come scrive lui: Non credere ma vivere come se. Ogni fine fosse soltanto un inizio. Fare lo sforzo almeno. La storia, continua.
Non potrebbe essere che gli inizi e le conclusioni siano cose che noi consideriamo tali solo perché la nostra mente è troppo primitiva per concepire qualcosa di diverso?Diana Athill
Buona festa dei defunti e dei Santi. Buon Halloween, anche.
Buona fine e buon inizio.