E' andata così: stavo passeggiando per la via principale del paese di provincia in cui abito e, come sempre, mi sono fermata a guardare le vetrine di una delle uniche due librerie della mia città. «Maddai, è uscito un nuovo libro di Francesco Piccolo! Maddai ha vinto lo Strega! Devo assolutamente leggerlo!» Questo vi fa capire quanto io sia “sul pezzo” in fatto di editoria...
Comunque, quel santo di mio marito un giorno mi ha fatto una sorpresa e me l'ha fatto trovare sotto il cuscino. La gioia iniziale di avere tra le mani “Il desiderio di essere come tutti” si è smorzata con un «Oddio, parla di politica...» Questo è uno dei rischi del comprare a scatola chiusa. Rischio però che sono contenta di aver corso perché, mi fossi informata prima, credo che il mio desiderio di leggerlo si sarebbe affievolito, forse arrivando al punto di non farlo affatto.
Invece leggere Francesco Piccolo è sempre molto piacevole, anche quando tratta un argomento verso cui, ammetto, provo quasi una profonda avversione; ma non sto ad approfondire, perché finirei in un ginepraio da cui non sarei in grado di uscire. Vi dico però che cosa ho apprezzato di questo libro, che cosa ho “preso e portato a casa”.
Intanto un bel ripasso della storia politica italiana degli ultimi quarant'anni circa, che male non fa, tra cui alcuni episodi di cui non avevo nozione, perché troppo piccola e/o poco interessata per ricordarli. Ma soprattutto un po' di “filosofia di vita” da applicare proprio in questo periodo così particolare e a tratti difficile per me.
Francesco Piccolo nel suo libro scrive anche della moglie e le da un soprannome: Chesaramai; proprio così “che sarà mai”. Sembra molto poco lusinghiero all'inizio, io stessa mi sono domandata come l'avrà presa la consorte dopo averlo letto, ma poi ho capito il senso di questa superficialità, come la chiama lo scrittore, e ho fatto mia una frase della moglie: ci vogliamo rovinare la giornata per questo? Ripetermela non sempre funziona, ma ci sono state un paio di occasioni in cui è servita a farmi passare il cattivo umore.
Così come aver letto ad un certo punto: nella mia vita tutto ciò che mi è accaduto mi ha portato sempre in avanti, mi ha spronata a non crogiolarmi nel passato e, nei momenti più cupi, mi ha dato una spinta ad andare avanti, a non cedere alla nostalgia.
Mi rendo conto, tutto questo non ha molto a che fare con quello di cui tratta il libro, ma io credo fermamente che si prenda dalla lettura quello che in quel momento ci serva, quello che in quel preciso periodo della nostra vita parla al nostro cuore. Per tornare, però, al tema portante del libro, vi riporto una frase che il libro e Francesco Piccolo mi hanno fatto venire in mente:
Numerosi sono quelli che si immergono interamente nella politica militante, nella preparazione della rivoluzione sociale. Rari, rarissimi quelli che, per preparare la rivoluzione, se ne vogliono rendere degni.Georges Friedmann