Ho finito l'anno e iniziato quello nuovo leggendo “Uomini e Troll” di Selma Lagerlöf. Questo libro l'ho ricevuto come regalo in modo del tutto casuale partecipando ad un'iniziativa su Instagram, in cui Cinzia Ferri (@acasadicindy), ideatrice di questo scambio nominato “Secret Santa”, ti da l'indirizzo di una persona che ha aderito e a cui spedire un pensiero per Natale; il mio è volato in Florida!
Ho pensato sarebbe stata una lettura perfetta per l'inverno e infatti non sono stata delusa. Della stessa autrice svedese, prima donna nella storia a ricevere il premio Nobel per la letteratura nel 1909, avevo letto “Il libro di Natale”, dove avevo imparato della tradizione, che ho poi fatto mia, di regalare libri il giorno della vigilia e del permesso concesso ai bambini di leggerli fino a tardi; questo piccolo particolare invece a VV non l'ho detto.
Ricordo mi fosse piaciuto immergermi nelle atmosfere nordiche, proprio come è avvenuto con quest'altra piccola raccolta di racconti. Oltre ad essere così invernali, i testi di questa autrice sono ricchi di realismo magico, così come di personaggi e credenze che fanno parte della tradizione e delle leggende svedesi. Mi ha invogliata ad approfondire meglio questa letteratura e cultura a noi così lontana e poco conosciuta, se non per falsi miti come quelli collegati ai vichinghi. Ricordo che una delle cose che più mi è dispiaciuta guardando la serie “Vichings” sia stata proprio l'occasione mancata per raccontare qualcosa in più su questo popolo. Per fortuna esistono i libri.
Mentre leggevo i racconti contenuti in questo volume, mi sono trovata a riflettere su come fiabe, leggende e i loro personaggi, troll, folletti, tomte e spiriti fatati fossero tutti testimonianza di un popolo fortemente legato alla natura, abituato a sottostare alle sue a volte inspiegabili leggi e di come l'arrendersi dei personaggi a quello che è un fato avverso fosse invece una sorta di saggezza, l'accettazione di un limite.
In “Una vecchia storia d'alpeggio” una mandriana si attarda a lasciare la malga in alta montagna perché una vacca deve partorire. La marmitta su cui sta facendo il formaggio si mette a borbottare ricordandole del pericolo che sta correndo, perché i troll hanno l'abitudine di trasferirsi nelle malghe appena i pastori in autunno tornavano in valle. Ed ecco che quello che è semplice buon senso, cioè lasciare l'alta montagna prima che diventi pericolosa e invivibile a causa dell'inverno, è trasformato in una leggenda che ricorda di non essere avventati e di ascoltare gli avvertimenti che manda la natura.
Sovente i personaggi di questi racconti sembrano impazzire e questo accade quando, favoriti nelle loro fortune dall'aiuto degli spiriti, oltrepassano il limite, non rispettano le leggi non scritte o diventano schiavi di questi esseri; quasi a ricordarci di come gli uomini siano solo ospiti di questo mondo, governato da forze molto più grandi di loro e che il segreto per stare sulla terra sia una pacifica convivenza.
Insomma, terminata questa lettura, mi è proprio venuta voglia di conoscere meglio Thor, Odino e tutti gli altri protagonisti della tradizione nordica. Il catalogo Iperborea è ovviamente il punto di partenza per approfondire le letterature nord europee; inoltre ho sentito parlare bene, per una prima infarinatura, del libro “Miti del nord” di Neil Gaiman, magari anche come regalo agli appassionati degli Avengers, per insegnargli che non sono nati ad Hollywood.