lunedì 11 gennaio 2021

Back to basic

 


Mi dovete immaginare così: davanti al computer, la pagina aperta sul sito del blog mentre mi domando, in puro stile Marie Kondo, “Spark Joy o no?”

Non esagero se affermo che ho passato buona parte del 2020 a domandarmi che cosa farne di questo blog, a cercare di capire se continuare a scriverlo o buttare tutto alle ortiche. Per come sono fatta credetemi se dico che questo pensiero era quasi un quotidiano tormento, perché patisco le cose lasciate a metà, soffro per le questioni non risolte, al punto che sovente ho preferito una decisione avventata e impulsiva pur di mettere la parola fine e togliermi il pensiero.

Nel caso del blog però sentivo che chiudere tutto non sarebbe stata la scelta migliore e che, col passare del tempo, me ne sarei pentita amaramente; come per altro mi sono pentita di molte decisioni prese su due piedi in passato. E se è vero che errare è umano ma perseverare è diabolico, con la maturità ho imparato che non c'è niente di male a darsi una seconda (terza, quarta,...) possibilità. In realtà è proprio la perseveranza a portare i risultati; il mondo è pieno di persone famose che sono arrivate dove sono e hanno ottenuto quello che hanno perché non hanno mai gettato la spugna.

Poi un giorno mi sono detta “Quanto la fai grossa e complicata Francesca...” e ho avuto una sorta di rivelazione: torniamo alle origini, da dove tutto era nato, semplifichiamo. Questo blog l'ho aperto perché avevo il fortissimo desiderio di condividere le mie letture e poi strada facendo ho cercato di modificarlo o adattarlo a tutto quello che leggevo in giro su come “dovrebbe” essere un blog, perdendone così la sua genuinità. Il blog è, di nascita, un diario in rete, niente di più e niente di meno. Pazienza se con il passare degli anni ha subito un'evoluzione ed è, anche, diventato uno strumento di lavoro e una fonte di guadagno. Sarebbe come se tutti dovessimo smettere di giocare a tennis solo perché non siamo dei campioni; c'è chi gioca a tennis perché si diverte e basta e c'è chi scrive un blog perché ha piacere di tenere un diario pubblico.

È un errore che si commette sovente, quello di lasciarsi bloccare dal confronto e dalle aspettative che arrivano dall'esterno, pochi ne sono immuni e richiede un grande sforzo e una grande forza interiore per proseguire per la propria strada; che non significa non imparare dai propri errori o non cercare di migliorarsi, ma neanche perdere di vista il perché si sta facendo qualcosa e l'obiettivo che ci si è posti.

Ho piacere di continuare a condividere le mie letture e la passione per i libri, proprio come scrivevo QUI, più di undici anni fa.

Abbi ben chiara la cosa da dire, le parole verranno.

Catone Il Censore

4 commenti:

  1. Mi sono sentita allo stesso modo, perché i numeri e il seguito e le collaborazioni (quali collaborazioni? :D) non sono quelli di chi un blog lo usa "seriamente". Mi sono vergognata di continuare a scrivere con un ritorno piccolo piccolo, ma la tua metafora del tennis calza perfettamente e, forse, un ritorno grande non saprei neanche gestirlo. Sono contenta tu non voglia smettere, leggo i tuoi post sempre con piacere.

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    1. Vergognarci, perché poi... eppure è successo anche a me.
      Grazie Alice, anch'io ho sempre apprezzato il tuo blog e spero tornerai a scriverlo, quando avrai più tempo.

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