È andata così. Bisogna anche fidarsi di come s'inclina il mondo, ogni tanto.
Sandro Veronesi
Se devo pensare a un libro o a un autore che rappresenti l'estate che si è appena conclusa, quella di quest'anno sarebbe sicuramente l'estate in cui ho letto Sandro Veronesi.
“Caos Calmo”
Protagonista un uomo poco più che quarantenne, Pietro Paladini, un ottimo lavoro, una compagna e una figlia di dieci anni, durante un'estate al mare vede la sua vita sconvolgersi e decide, una volta tornato in città, di rimanere tutti i giorni, dopo averla accompagnata, fuori dalla scuola della figlia in attesa della sua uscita. Questo gesto strano, visto da chi lo conosce quasi con accondiscendenza in considerazione di quello che gli è capitato, diventa però un punto fermo per le vite di molti. Pietro, che ha avuto il coraggio di fermarsi, sembra incarnare una qualche forma di saggezza e la gente, presa come è dalla vita frenetica, inizia a fargli visita, a raccontargli le proprie pene, condividere racconti della propria vita, a chiedere consigli. Come se Pietro, in questa sua improvvisa staticità, mentre tutti si affannano da una parte all'altra, fosse diventato padrone del tempo e conoscesse tutte le risposte.
In questa attesa di Pietro si compie una verità: l'accettazione della natura umana.“Il colibrì”
Ancora un uomo protagonista assoluto di questo secondo Premio Strega. Avendolo letto di seguito al primo, ho come avuto l'impressione che l'autore abbia voluto allargare lo sguardo e raccontare, invece di un singolo episodio, tutta un'esistenza intera, riprendendo in mano il tema centrale: il cercare di rimanere fermi, saldi, nonostante i colpi inferti dalla vita. La parola infatti che ho avuto in mente durante tutta la lettura è stata: resilienza. Marco Carrera, il protagonista del libro, non è risparmiato da lutti, tragedie, perdite atroci e amori impossibili, eppure cercherà sempre di rimanere in equilibrio, perché sopravvivere non significhi vivere meno. Perché come dice l'epigrafe, la stessa, che apre entrambi i libri:
Non posso continuare. Continuerò.
Samuel Beckett
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