Quello
di oggi sarà il terzo e ultimo post sui libri che ho letto lo scorso
anno e di cui non vi ho parlato; il filo conduttore è il tema
famiglia, tradizionale e non, allargata, di adozione,
quella in cui si nasce e quella che si sceglie.
LE
LUCI NELLE CASE DEGLI ALTRI Chiara Gamberale, Mondadori
Non
ho letto tutti i suoi libri ma, tra i pochi, questo è il mio
preferito in assoluto; è anche quello meno autobiografico, anzi, non
lo è affatto e mi viene il sospetto che, quando non prende come
riferimento la propria vita, Chiara Gamberale dia il meglio come
scrittrice.
Mandorla,
una bambina di sei anni, perde la madre in un incidente stradale e,
per sua volontà, viene adottata dal condominio dove quest'ultima era
amministratrice e dove, si scopre in una lettera, risiede anche il
padre, mai dichiarato e mai conosciuto dalla bambina. Legati da
questo segreto, i condomini ospitano a turno la bambina a casa
propria e veniamo così a conoscenza di una moltitudine di nuclei
famigliari; a dimostrazione del fatto che la famiglia tradizionale è
ormai un retaggio vecchio e stantio.
LA
VITA ACCANTO Mariapia Veladiano, Einuadi Editore
Rebecca
è nata brutta, molto brutta. Sua madre dopo il parto si è rinchiusa
in se stessa e in casa, il padre non ha saputo far fronte alla
situazione e si è rifugiato nel lavoro, a prendersi cura di lei
rimangono la zia, figura ammaliante ma che nasconde un terribile
segreto, e la tata Maddalena, l'unica in grado di comprendere fino in
fondo la bambina.
Rebecca
vive segregata e nascosta al mondo fino al giorno in cui dovrà
andare a scuola e mostrarsi alla luce del sole, ma quella con
l'aspetto fisico non sarà l'unica lotta che dovrà combattere.
Non
c'è disegno, la vita capita per caso, per caso è buona, decente,
brutta, innominabile... la vita la si deve prendere all'ingrosso
altrimenti se ci fai troppo le pulci non si salva nessuno.
I
MIEI PICCOLI DISPIACERI Miriam Toews, Marcos Y Marcos
Elf
vuole morire. Sua sorella Yoli vuole impedirglielo, insieme al resto
della famiglia: madre, marito e zia. Squinternati, comici, uniti,
soli. Cosa si può dire e fare per convincere una persona che si ama
a non lasciarti? Che cosa si prova quando si vive la grossa sconfitta
di non essere riusciti a impedirlo?
È
possibile prendere un dolore grande come quello per la perdita della
propria sorella, morta suicida, e farne un libro autobiografico non
solo commovente, ma anche divertente e, soprattutto, un inno alla
vita? Miriam Toews ci è riuscita.
Ho
affrontato la lettura di questo libro con molti timori, perché il
tema trattato è davvero imponente e temevo mi lasciasse in una
valle di lacrime. Ho imparato invece il dono fragile che è la
vita e l'amore che serve per lasciare andare.
MI
CHIAMO LUCY BARTON Elizabeth Strout, Einaudi
Madre
e figlia si ricongiungono dopo molti anni di lontananza a causa della
malattia della figlia. Cinque lunghi giorni e notti in ospedale. La
figlia che chiede alla madre di parlare e lei inizia un racconto
ininterrotto fatto di pettegolezzi, ricordi, piccole confidenze. Un
dialogo interrotto che riprende e la scoperta che l'amore, quello,
non si era mai spezzato. Ma nei silenzi che abitano il racconto della
madre ascoltiamo anche un'altra storia: quella brutale dell'infanzia
della protagonista e di come ne è uscita. Un'altra
sfaccettatura dell'amore in una famiglia.
Mannaggia a te! Così la lista dei libri da leggere non finisce mai!!!
RispondiEliminaGrazie.
Ti ricordo i miei tre scaffali dei libri ancora da leggere... :-)
Elimina:D
EliminaUn'impresa impossibile, quella di finire quel tipo di lista... :D
Io ci ho rinunciato... ahahah!
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