È
difficile raccontare un libro del calibro de “Le otto montagne”
di Paolo Cognetti quando tutto sembra già essere stato scritto e
detto. La
trama, ad esempio, c'è ancora qualcuno che non sa di cosa parla
questo libro?
Confermo
che c'è la montagna, tanta montagna, la montagna vera,
di quelli che sono abituati a frequentarla dalla nascita, che la
abitano anagraficamente o per affinità
e quindi sì, confermo, che se non la conoscete la lettura di questo
libro vi svelerà molto di lei, dei suoi abitanti e
delle sue usanze.
È
anche la storia di un'amicizia, del tipo che io ho sempre desiderato
ma che non ho e che, sinceramente, mi ha fatto un po' arrabbiare
sentirla definire tipicamente
maschile;
sono una donna e anelo a quel tipo di rapporto con qualcuno che puoi
anche non vedere per tanto tempo ma, quando lo incontri nuovamente,
l'amicizia riprende da dove l'avevate lasciata, in modo naturale,
senza spiegazioni, senza dover fare un racconto di quello che è
successo nella pausa, perché in qualche modo lo sai già. Quanto
vorrei anch'io un'amicizia fatta di silenzi, di semplice stare
insieme,
di non dover spiegare, comprendere, per forza capire o sentirsi
compresi, una semplice eppure profonda condivisione del tempo e dello
spazio, alle volte non si ha bisogno di altro.
Mi
sono accorta, o l'ho sempre fatto e l'ho realizzato solo ora, che da
quando sono diventata madre quando leggo un libro non posso fare a
meno di identificarmi nei genitori e fatico sempre di più a
immedesimarmi nei figli. Non ho ancora capito se questa cosa mi
infastidisca o meno, ma la sento come inevitabile.
Confermo,
quindi, che viene trattato anche la paternità e il ruolo del padre,
che è spesso distante, assente, silenzioso, burbero e colpevole di
assoggettare tutta la sua famiglia ai suoi umori e malumori (anche se
mi sembra tanto un cliché). Non ho letto invece da nessuna parte due
parole sulle madri presenti nel libro e questo mi ha ricordato come
una volta, nelle favole ma anche in molti film Disney, la facessero
morire subito così da togliersi il problema. Tre donne che sembrano
figure minori ma che, secondo me, non lo sono affatto: la madre di
Pietro, quella di Bruno e infine Lara. Tre donne altrettanto
silenziose come gli uomini, tre donne che sembrano distanti e agire
nell'ombra, la cui presenza sembra relativa e poco importante ma che,
secondo me, sono fondamentali, se non il perno su cui si reggono
tutti gli uomini della storia. Ecco, forse questa è l'unica cosa che
posso dire io in più rispetto al già detto su questo libro così
maschile: secondo me la montagna è madre, non è affatto padre.
In quella casa,..., mia madre tornò a una versione di sé che non avevo mai conosciuto. La mattina, appena alzata dal letto, ammucchiava dei legnetti nella stufa, appallottolava un foglio di giornale e strofinava un fiammifero sul ruvido della ghisa. Non la disturbava il fumo che allora si diffondeva in cucina, né la coperta che tenevamo addosso intanto che la stanza si scaldava, né il latte che più tardi tracimava dal bricco e si bruciava sulla piastra rovente. Per colazione mi dava pane abbrustolito e marmellata. Mi lavava sotto il rubinetto, sciacquandomi la faccia, il collo e le orecchie, poi mi asciugava con uno strofinaccio e mi spediva fuori:...
Ho regalato questo libro dopo aver letto una recensione. Ho ricevuto così tanti ringraziamenti e lodi sul testo che, alla prima occasione, l'ho letto. Avrei dovuto tenere a mente che l'avevo regalato ad un uomo. Di montagna. E che una parte di me si sente donna di montagna. E questo nostro essere spiega in parte la partecipazione dimostrata.
RispondiEliminaCondivido il tuo punto di vista sulle figure femminili del romanzo. Meritano maggiore attenzione. Seppure non siano molto approfondite, così come sono delineate, con i dettagli taciuti e i discorsi non detti, le sento molto concrete. Come dici bene tu, sono colonne portanti messe in secondo piano ma senza le quali tutto il contesto non starebbe in piedi.
Non ho ancora finito di capire se questo libro mi sia piaciuto fino in fondo. Grazie a te ho collocato un nuovo tassello del puzzle. Ma soprattutto grazie per essere una voce fuori dal coro delle recensioni fatte con il copia/incolla.
Grazie a te per quello che scrivi, Martina, non sai quanto sia importante per me!
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