In
questo momento, mentre vi scrivo, al di là del muro dove è
appoggiata la mia scrivania, c'è un muratore con la radio accesa che
impreca contro qualcosa, sbuffa e sospira. E' un duro lavoro, e non
lo scrivo affatto con ironia.
Quando
dico che, poco tempo dopo le mie dimissioni dall'ospedale e l'inizio
del mio periodo di cura, ho iniziato i lavori di ristrutturazione in
casa tutti mi guardano allibiti e sovente leggo un “Tu sei pazza”
nei loro occhi. “Per distrarmi...” mi giustifico io. C'è un
fondo di verità.
Questi
lavori erano in programma da tempo, sia io che mio marito eravamo
stanchi di procrastinare, per un motivo e poi un altro, e davvero
entrambi abbiamo pensato che iniziarli avrebbe tenuto la mia mente
occupata, almeno in parte, su un progetto che, nonostante il disagio
per realizzarlo, mi avrebbe resa molto felice a lavori finiti: una
casa rinnovata, da dove ricominciare dopo un periodo a tutti gli
effetti brutto e difficile. Quasi una metafora esterna e tangibile di
quello che sta succedendo dentro di me: distruggere tutto per fare
spazio al nuovo.
Non
erano pochi i timori con cui abbiamo deciso di iniziare, immaginavamo
che fare dei lavori in un appartamento mentre lo si abita non sarebbe
stata una passeggiata; temevamo che, con il mio carattere, avrei
patito seriamente il disordine, lo sporco e il caos; eravamo
preoccupati per VV, così piccola alle prese con una situazione
complicata, ma abbiamo chiuso gli occhi e ci siamo buttati, un po' da
incoscienti.
In
queste ultime settimane sono nel pieno del peggio: teli di plastica
che ricoprono buona parte dei mobili per proteggerli, polvere e
sporco ovunque (e quando dico ovunque intendo ogni singolo angolino
remoto), per sottofondo il martello pneumatico e io che giro per casa
con il mio pc o un libro cercando di volta in volta un luogo dove
ripararmi. E' anche il
periodo in cui sto peggio fisicamente, sto raschiando il fondo delle
mie energie e sì, ammetto di essere stanca, proprio tanto stanca.
Insomma, tutto concorre a dire che non poteva essere il momento
peggiore per fare i lavori in casa. E invece ho avuto conferma che
non potevamo prendere una decisione più saggia; avessimo fatto i
lavori quando avessi avuto la salute, le forze e le energie, sarei
impazzita correndo dietro ai muratori e allo sporco che lasciavano al
loro passaggio. Avrei rischiato l'esaurimento, ne sono certa, pulendo
casa in continuazione. Ora non ho neanche le forze per disperarmi,
guardo lo sporco con rassegnazione e mi ripeto “L'importante è che
sia pulito il tavolo e il piatto dove mangiamo, il letto dove
dormiamo, il bagno dove ci laviamo, i vestiti che indossiamo, il
resto ritornerà tutto pulito. Poi...”
Tutto questo mi ha fatto riflettere su quante volte si aspetta il momento
giusto, quante volte si rimanda a fare una cosa perché non è il
momento giusto, quante volte si tentenna perché non ci si sente giusti e su come quest'ultimo periodo mi abbia insegnato che, alle
volte, il momento sbagliato per fare una cosa si riveli proprio
quello giusto.
Sei una donna bella e coraggiosa che sta scoprendo, attraverso le difficoltà, un nuovo modo di vivere la vita.
RispondiEliminaTi ammiro e ti abbraccio
Francesca
Grazie, Francesca. Diciamo che alle volte improvviso, per forza di cose... Non si smette mai di imparare, e questa è la parte più bella.
EliminaTi abbraccio anch'io.
Quanto hai ragione ! me ne accorgo tanto più ora che anche per me è un periodo abbastanza complicato. Un abbraccio. claudiag
RispondiEliminaTi auguro finisca presto! Baci.
EliminaSono con te. Certi lavori poi non hanno mai un momento giusto, la nostra casa è stata in modalità cantiere più volte per vari motivi e sono rogne, polvere e fatica, chi ha mai voglia di affrontare tutto ciò? Nessuno! Quindi il momento giusto non esiste, ma in effetti la ristrutturazione offre un gran diversivo e poi cara Francesca che bellezza di casa avrete. Un bacione Sandra
RispondiEliminaRicordo, Sandra, hai avuto la tua bella dose di polvere!
EliminaBacioni anche a te.
Quante volte l'attendere il momento "giusto" si trasforma, con il tempo, in un ripianto?
RispondiEliminaIl momento per fare le cose è il momento in cui le fai.
La vita è molto più saggia di noi. Dovremmo lasciarci vivere di più.
Per lavoro ho un'idea precisa della situazione "edilizia" in cui ti trovi e, sì è davvero un disastro cosmico ma, sì sarai enormemente felice quando tutto sarà finito. Se anche solo per stanchezza riesci ad andare oltre a tutto quel disastro, beh, hai una forza infinita della quale andare fiera.
Un abbraccio lungo e forte.
E' vero, la vita è molto più saggia di noi e noi siamo dei testoni che non impariamo mai la lezione.
EliminaForte nella stanchezza, non ci avevo mai pensato...
Me lo prendo tutto questo abbraccio.