Mi
perdonerete spero se, tornata a casa da Berlino, mi sono concessa
qualche giorno di vacanza in più, qui sul blog. Mio marito aveva
ancora qualche giorno di ferie e io avevo voglia di godermi la mia
famiglia e il dolce far niente. Ho procrastinato tutto il
procrastinabile: ho fatto il minimo indispensabile in casa, ho
impiegato giorni e giorni a disfare i bagagli, non ho acceso quasi
mai il computer e letto pochissimi blog. Non volevo minimamente
pensare a nulla che fosse collegato alla parola “dovere”. Mi sono
concessa lunghe dormite il pomeriggio, la tanto amata siesta che da
quando è nata VV non faccio quasi mai, proprio per sfruttare il
tempo in cui lei dorme. Cadevo in un sonno stanco e profondo, spesso
mi addormentavo prima di VV, cullata dalla sua voce mentre giocava
ancora con il padre. L'ultimo giorno di vacanza di mio marito mi sono
detta «magari approfitto
della sua presenza per mettermi davanti al computer e portarmi
avanti»: mi sono ritrovata a
scaricare le foto di Berlino, a sfogliarle pigramente e a fare una
prima piccola cernita; incapace di scrivere, incapace di fare ordine,
di pianificare tutte le cose di cui avrei da raccontarvi, i molti
libri letti ad esempio.
E
poi mi è preso un nodo allo stomaco al pensiero di rimanere da sola
con VV, dopo tutte queste settimane: quasi non fossi più in grado di
prendermi cura di lei, di fare la mamma senza aiuto, come se fosse
qualcosa di cui avere paura, da temere; ho iniziato a vergognarmi, a
sentirmi in colpa, a giudicarmi e bacchettarmi come faccio sempre.
«Calma Francesca, mi sono
detta, calma. Se gli altri si possono lamentare del ritorno al
lavoro, alla vita di tutti i giorni, perché non lo puoi fare anche
tu? Che male c'è ad ammettere di essere spaventata delle lunghe
giornate che ti aspettano, da sola con VV, del timore che ti assale
davanti all'incertezza di questa quotidianità, la fatica di dover
gestire umori, capricci, richieste pressanti e bisogni inspiegabili.
Essendo consapevole, inoltre, che tutto quello che dici, fai, spieghi
e insegni lascia un segno e un solco su questo piccolo essere? Ho ben
diritto ad avere un po' di paura, no?»
Così
ho deciso di lasciare spento il pc ancora per un po', di prendere le
cose con calma ancora per qualche giorno, di sfruttare al massimo i
lati positivi di essere una mamma a tempo pieno, di proseguire a
microscopici passi quel cambiamento su cui sto lavorando da un anno
ormai: semplificare. Fare e avere meno per apprezzare di più.
Spero
abbiate trascorso delle buone vacanze; le mie lo sono state,
superando di gran lunga ogni aspettativa. Sono tornata. Ben tornati.