Mi ripeto, lo so. Ho già scritto diverse volte di essere sempre molto curiosa di sapere come si svolge il lavoro di uno scrittore e leggo spesso e volentieri libri che mi raccontano abitudini, manie, il dove, il quando e il come della nascita di un'opera scritta. Ma non mi ero mai soffermata a riflettere su un altro punto di vista, quello delle persone che condividono la vita con uno scrittore e che, indirettamente, vivono anche loro il processo creativo.
In “Una moglie a Parigi” Paula McLain da voce alla prima moglie di Ernest Hemingway. La donna che ha sposato quello che era ancora solo un aspirante scrittore, che l'ha seguito a Parigi e che lentamente lo ha visto diventare famoso. Quella che è stata al suo fianco nonostante le ristrettezze economiche, le difficoltà di trovarsi in una città straniera e che ha rinunciato a qualsiasi realizzazione personale per mettere davanti a tutto le ambizioni del marito. Hadley Richardson invece viene spesso ricordata solo per essere stata colei che ha perso, alla stazione Gare de Lyon, la valigia contenente tutti i manoscritti di Hemingway. E' stata invece la prima persona che leggeva quello che lui scriveva, quella che lo aspettava a casa e lo accoglieva dopo una giornata passata a scrivere, quando era ancora possibile vedergli negli occhi e in tutte le membra del corpo la fatica che questo comportava. Nonostante i tradimenti e le sofferenze, sono sempre rimasti in contatto. Hadley è stata una delle ultime persone con cui Hemingway ha desiderato parlare prima di togliersi la vita.
Il primo amore non si scorda mai.