Che cosa è per voi la cultura? Se l'è domandato, e l'ha domandato agli italiani, famosi e non, Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale di Bompiani e regista, in “Se hai una montagna di neve, tienila all'ombra – Un viaggio nella cultura italiana”; un documentario da lei girato, presentato al Festival del Cinema di Venezia e che ho avuto la fortuna di vedere al cinema una settimana fa.
Per tutti questi giorni, dopo averlo visto, ho continuato a pormi la stessa domanda che è stata fatta nel film senza trovare una risposta. Troppo facile e sbrigativo rispondere che è un argomento vasto e complicato. Troppo facile fare mia una delle risposte ascoltate nel documentario. Volevo trovare una definizione che scaturisse da me e dalla mia esperienza della e sulla cultura.
Giovedì mi è capitato di leggere un articolo scritto da Claudio Magris sullo scrittore Edouard Glissant e un brano in particolare mi ha colpito:
E' una crescita in cui l'identità si costruisce di continuo nella relazione con l'altro, arricchendosi e trasformandosi senza snaturarsi, in una “erranza” della scrittura e della vita stessa, che si rinnova nell'incontro con l'altro. «Ogni realtà è un arcipelago; vivere e scrivere significa errare da un'isola all'altra, ognuna delle quali diventa un po' la nostra patria. Ogni identità esiste nella relazione, è solo nel rapporto con l'altro che cresco, senza snaturami. Ogni storia rinvia a un'altra e sfocia in un'altra».
Dopo averlo ricopiato sul mio quaderno, mi sono accorta che a colpirmi in modo particolare erano alcune parole: crescita, identità, relazione, l'altro, incontro, realtà, patria e storia.
E oggi, in uno di quei momenti in cui la mente non è impegnata a fare nulla di particolare ed è quindi libera di pensare, ho trovato che cosa è la cultura per me: INCONTRO.
Che sia l'incontro con un libro, un quadro, una canzone, un cibo, una tradizione, una persona... e l'elenco potrebbe continuare all'infinito; ogni volta è un granello che si va a depositare e a formare quella che poi sarà la montagna della cultura. Ed è una cosa così volubile e inafferrabile, la cultura, che è come una montagna di neve. Va tenuta all'ombra, se la si vuole preservare.