Famiglia d'origine ≠ famiglia dell'età adulta
Se Don Paolo leggesse questo mio post mi farebbe ripetere il corso prematrimoniale, perché durante tutti gli incontri aveva ripetuto fino alla nausea la differenza tra la famiglia d'origine, cioè quella in cui uno nasce, e quella della famiglia che ti crei in età adulta; che può avere diverse forme oltre alla classica moglie, marito, figli (ma questo Don Paolo non lo diceva, lo aggiungo io). Crescendo il significato che diamo alla parola famiglia dovremmo deciderlo noi e non dovrebbe essere un problema se questo significato si discosta da quello originale. Famiglia possono essere gli amici, gli amici a quattro zampe, alcuni colleghi di lavoro, i vicini di casa. Insomma, non per forza di cose ci deve essere coincidenza tra le la famiglia d'origine e quella dell'età adulta, e non per forza di cose questo significa che si vuole meno bene ai primi o che non si vuole più avere a che fare con loro.
In Italia, soprattutto, ho l'impressione che tagliare il cordone ombelicale sia molto più complicato, il senso di attaccamento alla famiglia sembra sempre molto forte. Questo non è per forza di cose un problema, ma potrebbe esserlo e sovente lo è.Spiccare il volo
Harry ha spiccato il volo. Ha letteralmente preso un aereo e ha messo chilometri di distanza tra la sua famiglia e quella d'origine. Avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo, tutti dovremmo avere la libertà di farlo, ma molto spesso non è semplice e serve enorme coraggio e molta forza di volontà, perché sovente viene vissuto come tradimento.
C'è una narrativa all'interno di una famiglia che fa si che i ruoli siano assegnati fin da quando si è bambini, ma spesso diventano poi rigidi e soffocanti, facendoci sentire bloccati nel passato. Le persone devono poter cambiare, se lo desiderano, anche se sovente questo cambiamento non viene riconosciuto o viene accettato con difficoltà.Dire basta
Harry e Meghan, con questa intervista, hanno voluto raccontare la loro versione della storia e soprattutto hanno voluto dichiarare apertamente che cosa per loro è accettabile e che cosa no.
La parte più difficile, quando si tratta della famiglia d'origine con cui, indubbiamente e per forza di cose si hanno rapporti molto stretti, è mettere dei confini; più sei vicino e intimo di una persona più è complicato mettere dei paletti. Sovente però tendiamo a dimenticarci che quest'ultimi sono per noi, definiscono che cosa permettiamo e che cosa non permettiamo all'interno della nostra vita e quando non li esplicitiamo con le persone che ci stanno affianco siamo noi che stiamo commettendo un grosso errore nei loro confronti. Se non rendiamo noti i nostri confini, le persone non sapranno della loro esistenza e continueranno a superarli. Capita, anche questo con una certa frequenza, che non mettiamo confini perché abbiamo timore di non piacere, abbiamo timore di quello che le persone potrebbero pensare di noi e delle nostre richieste, abbiamo paura di non venire accettati. Oppure li mettiamo in dubbio, quando invece dovremmo dubitare della persona che non vuole rispettarli.Volere l'ultima parola
Quanto scritto qui di seguito non può applicarsi in tutti i campi e su tutti i temi, ci sono cose che sono obiettivamente oggettive e verità universali. Qui però stiamo parlando di questioni familiari e tutti quegli scontri o tensioni che possono venire a crearsi; parliamo di sentimenti, non se il nazismo è stato un obbrobrio oppure no.
La realtà è un'esperienza soggettiva, ma non ce lo ricordiamo mai. Quanto tempo perdiamo in litigi e discussioni perché siamo convinti di avere ragione, vogliamo portare avanti il nostro pensiero, cerchiamo di spiegare a chi ci è di fronte la nostra versione e insistiamo indefessi finché non ci viene riconosciuto di essere nel giusto. La verità è che la nostra versione dei fatti è sempre valida, anche se non è condivisa da un'altra persona.Quante volte quindi “per evitare discussioni” ci siamo costretti a dire o fare cose che non desideravamo fare? Quante volte non abbiamo fatto qualcosa perché non ci sentivamo in diritto? Dimenticandoci che siamo responsabili innanzitutto della nostra felicità, che non dobbiamo avere il permesso di nessuno per perseguirla e per vivere la vita che desideriamo, anche se ci sentiamo egoisti e in colpa, accettando l'eventualità di non venire compresi.
Every time you're given a choice between disappointing someone else and disappointing yourself, your duty is to disappoint that someone else. Your job, throughout your entire life, is to disappoint as many people as it takes to avoid disappointing yourself.
Glennon Doyle
Cosa penso di Harry e Meghan? Che abbiano fatto bene a rinunciare al loro ruolo di reali, se questo non li rendeva felici; che abbiano fatto bene a denunciare falsità e qualsiasi violazione abbiano commesso gli organi di stampa (a parte i pettegolezzi, persone di quel calibro dovrebbero saperli tenere nel giusto conto), ma francamente le persone che si mettono a parlare male e accusare in mondovisione non hanno la mia stima. Le accuse che hanno mosso sono molti gravi, ma avrebbero potuto affrontarle in altra sede e in altro modo; così facendo è facile pensare abbiano scelto visibilità ed è meschino cercarla screditando gli altri. Harry e Meghan sono un buon esempio di come ad insistere a voler dimostrare a tutti i costi di avere ragione non ti fa fare una bella figura e di come sia deleterio continuare a pensare e rimuginare sul passato.
Sono assolutamente d'accordo con tutto quello che hai scritto, non saprei dirlo meglio di così.
RispondiEliminaclaudiag
Fa sempre piacere quando qualcuno la pensa come te.
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