lunedì 12 novembre 2018

Lo scaffale delle novità


Voi siete sicuri di conoscervi bene come lettori? Sapete quali sono i tipi di libri che vi piacciono? Il vostro genere preferito? Lo scrittore che più amate? E soprattutto, vi fate condizionare da pubblicità, nuove uscite, best seller, blogger e influencer?
La cosa più difficile da accettare per molti lettori è il fatto che il libro sia un prodotto e che, di conseguenza, sia sottoposto a tutte le logiche di mercato. Sempre più frequentemente, infatti, spuntano nelle librerie volumi scritti da personaggi famosi, youtuber o da chi ha centinaia e centinaia di follower su un qualsiasi social network. Facile capirne il motivo: queste persone, anche se non erano scrittori fino al momento della pubblicazione, un pubblico disposto a comprare ce l'hanno già, a scatola chiusa oltretutto, non se lo devono guadagnare come chi esordisce e non è, ancora, conosciuto. E chissà se mai lo diventerà. Immagino che tutti gli editori sognino di scoprire un futuro premio Nobel (sempre se continuerà ad esistere questo premio) ma il fine primo delle case editrici, a qualcuno si spezzerà il cuore, è vendere. Altrimenti chiudono.
Ma non è di questo fenomeno che vorrei parlarvi, piuttosto del fatto che in mezzo a quel pubblico ci sono anch'io e che, da quando ho ripreso ad andare in biblioteca, ho scoperto non essere per niente immune da queste logiche di mercato.
I libri infatti che ultimamente ho preso in prestito e che, quindi, hanno attirato la mia attenzione di lettrice sono quelli che mi hanno incuriosita come consumatrice, quelli che hanno solleticato la mia voglia di leggerli perché sono comparsi simultaneamente su tutti i feed Instagram dei bookinfluencer e bookblogger che seguo, quelli che hanno ricevuto più post su Facebook o sui blog, quelli che se non li hai letti non sei aggiornato, non sei al passo coi tempi, quelli la cui pubblicità (perché è di questo che si tratta, anche se è sempre mascherata da cultura) mi ha fatto venire voglia di AVERE. Solo che purtroppo non mi posso permettere tutti i libri che vorrei avere, così li prendo in prestito in biblioteca. (Ode e alleluia e sempre siano lodate le biblioteche che ti permettono di leggere i libri gratis e hanno anche molte delle novità editoriali)
Avere o avere letto, il confine è labile, così come è labile capire se il mio è più un voler essere aggiornata sulle ultime pubblicazioni o se sono una bookhaholic ossessiva compulsiva. Non ho potuto fare a meno di domandarmi se, senza nessuna influenza e pubblicità di sorta, quei libri li avrei scelti comunque. (Non vi sto dicendo se mi sono piaciuti o meno, perché in questo discorso credo non abbia nessuna importanza)
Così come, proseguendo il mio viaggio verso il decluttering e il minimalismo, sono giunta al punto di domandarmi se ho davvero bisogno di tutti i libri che posseggo. Ci sono persone che ne hanno molti ma molti più di me, ma ne ho abbastanza da avere bisogno di chiamare una signora delle pulizie per aiutarmi a pulire la libreria: possedere dei libri mi costa soldi. Libri che non ho mai riletto, a parte tre o quattro, e che non ho in programma di leggere nuovamente. Libri che forse leggerà un giorno Vittoria, o forse no. Mi sto domandando se non dovrei incominciare ad essere più oculata nei miei acquisti libreschi.
Non ho ancora una risposta certa, se non che i libri continuo ad amarli enormemente ed aver costantemente bisogno di leggerli. Ma lo scoprirmi così succube della pubblicità non mi è piaciuto. Non c'è niente di male, direte voi, sempre di libri si tratta. Se non fosse che:
If you only read the books that everyone else is reading, you can only think what everyone else is thinking.
Haruki Murakami

Whenever you find yourself on the side of the majority, it is time to reform (or pause and reflect).
Mark Twain
Avete mai considerato il vostro essere lettori dal punto di vista consumistico? Che effetto vi fa? Come gestite questo aspetto nelle vostre vite? E nei vostri portafogli? Io sto ancora riflettendo, nel frattempo ho ben tre scaffali di libri ancora da leggere e un prestito illimitato in biblioteca.

8 commenti:

  1. Mia madre è abbastanza incapace di fare regali a sorpresa, perciò con l'approssimarsi del mi ehm 50 esimo compleanno SUPER SGOSH mi ha proposto un buono acquisto e io ho detto "benissimo, citando il nome di una nota libreria di catena" lei ha ribadito che non sarà una cifra bassissima, quindi è troppo solo per libri. Puoi immaginare quanto io non sia d'accordo, voglio dire anche lei è una lettrice forte, la cifra per alta che sia non sarà 1000 euro e i libri costicchiano per cui sarei felice di spendermela tutta in libri ma tornando al punto cruciale del tuo bel post, ti dico che il mio amore infinito per i libri è scarsamente condizionato dalla pubblicità, se non da quei pochi blogger che sono anche amici - tipo Chiara Beretta Mazzotta - ma poi in primis ci sono le mie antenne e leggo spesso cose di nicchia tipo la narrativa israeliana che per è al top.

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    1. Infatti mi ha proprio infastidita scoprirmi così influenzabile, non lo sono mai stata in passato; so che la colpa è tutta di Instagram e voglio porre rimedio a questa cosa.

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  2. Capisco bene ciò di cui parli perché, da quando frequento Internet e annessi e connessi, mi ritrovo anch'io fagocitata da questa ventata di libri che spesso hanno l'aria di essere costruiti a tavolino, più che per una pura ispirazione letteraria (ok ora forse sto delirando, ma spero di essermi spiegata). E proprio io che ho sempre scelto i libri senza tener conto del mercato, ma per una sorta di alchimia simile all'innamoramento, mi ritrovo a farmi le tue stesse domande.
    P.S.
    Comunque io ancora vivo nell'idea che i libri non siano mai troppi e se mi interrogo sull'acquisto di tante altre cose, quando si tratta di libri mi autoassolvo da da qualsiasi accusa di consumismo, convinta di non comprare beni, ma cibo dell'anima e, quindi, qualcosa di sacro.
    P.S. 2
    Bellissima la frase di Murakami.

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    1. I soldi spesi per i libri sono (quasi) sempre soldi ben spesi, però alla fine mi sono resa conto che il possederli stava un po' prevaricando il leggerli.

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  3. Ammetto di non seguire bookinfluencer o bookblogger (Zelda Was A Writer è l'unica eccezione alla regola). I libri li scelgo un po' a caso, seguo molto il mio umore del momento. La mia debolezza sono le copertine: se è fatta bene, mi viene voglia di comprare il libro a priori. Già solo per questo motivo, mi rendo conto di non essere affatto immune da tutta la pubblicità che in un modo o nell'altro mi arriva e così è capitato che mi sono lasciata tentare da un acquisto anche se l'istinto mi suggeriva di non farlo perché non mi sarebbe piaciuto (e infatti poi di quell'acquisto mi son pentita). Evviva le biblioteche, eccome! Ho appena preso in prestito "Le Otto Montagne" di Cognetti e ringrazio di aver seguito la vocina che mi diceva di non acquistarlo! ;)
    Tutto questo per dirti, alla fine, che non ho ancora trovato il modo di gestire la situazione!

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  4. Penso di avere il problema opposto: sono molto diffidente verso le "novità" e i libri pubblicizzati in qualsiasi forma. Quando entro in libreria evito completamente le pile dei volumi appena usciti e mi dirigo sempre verso i classici. Sicuramente perdo cose belle e intereessanti, ma le poche volte che mi sono avvicinata a questo tipo di libro (sempre regalati), sono rimasta delusa....Ammetto di avere una specie di fissazione per il "possesso" e se penso che un libro mi piaccia lo compro senza esitazione. Addirittura mi è capitato di ricomprare libri già letti e prestati...sono senza rimedio...claudiag

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    1. Anch'io una volta ero così, classici e solo classici, al massimo qualche libro perché avevo letto una bella recensione su un giornale. Forse ora, seguendo quasi tutte le case editrici, sono troppo influenzata dal lancio delle novità e anch'io sovente rimango delusa.

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