lunedì 13 novembre 2017

Artissima e perché lo faccio


Perché lo faccio?
Due domeniche fa, subito dopo mangiato, con la speranza che VV dormisse durante il tragitto in macchina, ci siamo recati ad Artissima, la principale fiera annuale di arte contemporanea che si tiene a Torino dal 1994. In realtà in quegli stessi giorni Torino era un tripudio di mostre ed eventi (Paratissima, ClubtoClub, The Others Art Fair, Operae per elencarne alcune), ma noi abbiamo preferito andare sul classico e soprattutto sul conosciuto: trattandosi di arte contemporanea, il rischio che ci sia esposto qualcosa di non appropriato all'età di VV è alto; per come è strutturata Artissima logisticamente, sapevamo come evitare brutti incontri*.


La sera, una volta tornati a casa ho chiesto a VV se si fosse divertita, che cosa le fosse piaciuto e lei mia ha risposto “Nulla. Volevo stare a casa a giocare coi miei giochi”. Se guardate le foto sembrano raccontare un'altra storia: noi sorridenti che sembriamo divertirci come pazzi. E forse, se fossi una influencer, è così che ci dovrei dipingere. Invece io vi voglio raccontare un'altra storia.

(Cercando di stare in bilico sulla linea)
 
VV era visibilmente annoiata, tranne in pochi momenti, era poco interessata, era incuriosita verso poche opere (per lo più le installazioni video) ed ha (per fortuna moderatamente) dimostrato il suo disappunto con lagne e richieste di essere presa in braccio. In totale la nostra permanenza è durata un paio d'ore e il nostro passaggio tra gli espositori è stata una toccata e fuga.

(Segnare sulla mappa i corridoi visitati)
 
Ed ecco il motivo della mia domanda di apertura: perché lo faccio? Perché obbligo una bambina ad annoiarsi e a fare qualcosa che non desidera assolutamente? Non sarebbe stato più riposante e divertente per tutti starcene a casa al calduccio, visto che oltretutto pioveva?
No.

(Fare una gara a chi arriva prima a saltare nel cerchio)
 
I motivi sono due e sono molto semplici.
Avere dei figli è una rivoluzione e comporta dei cambiamenti e stravolgimenti, anche importanti, all'interno della coppia, del singolo e dello stile di vita. Si fanno sacrifici e rinunce ma, per quanto mi riguarda, fino ad un certo punto. Andare per mostre e musei rientra nelle attività che sia a me che a mio marito piace fare e non siamo disposti a rinunciarci perché VV si annoia, anche se sarebbe molto più semplice, facile e comodo, lasciarla ai nonni e andarcene da soli. Inoltre, e qui siamo al punto due, rientra nell'educazione che le vogliamo impartire.

 (Giocare a nascondino con le opere)

Così come le abbiamo insegnato a camminare, a mangiare da sola, le buone maniere e tutto quello che è compito nostro come suoi genitori, riteniamo sia nostro dovere darle anche un'educazione culturale; non siamo disposti e d'accordo nel delegare completamente questo compito alla scuola. Educazione culturale che riguarda ambiti come la musica, i libri, i viaggi e anche l'arte, in tutte le sue espressioni.
Numerosi studi sembrano infatti dimostrare che, fin dai primissimi anni di vita del bambino, l’arte contribuisce a migliorarne le capacità espressive, a favorire l’apprendimento logico, matematico e linguistico, a rafforzare la consapevolezza di sé, a liberare le potenzialità creative insite in esso. In definitiva, essa sembra essere determinante al fine di un’evoluzione interiore dell’individuo.

L’arte, nelle sue forme più varie (arti visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolge infatti tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali. Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione.

L'arte:
• incoraggia la creatività e l’auto-espressione, insegnando ai bambini a dire ciò che “non si può dire”, spingendoli a ricercare nella propria poetica interiore le parole adatte a esprimere i propri sentimenti riguardo a un determinato lavoro artistico;
• consente di sviluppare le proprie capacità comunicative. Poiché il linguaggio presenta numerosi limiti, che non gli permettono di contenere i confini della nostra conoscenza, soltanto l’arte ci consente di esprimere sentimenti che diversamente non troverebbero sfogo;
permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili;
quando presentano una natura multiculturale, favoriscono l’integrazione di chi e di ciò che appare come “diverso”.

L’evoluzione individuale e del vivere civile non può prescindere da una capacità espressiva a tutto tondo, acquisita dall’individuo in modo consapevole, a partire dalla più tenera età e che riconosce alla pratica artistica un ruolo cruciale.

Arte e creatività sono concetti che non devono essere ristretti al “diventare un artista”, ma piuttosto devono agevolare l’individuo nella “creazione”, nel senso più ampio del termine, nella capacità di risolvere problemi in maniera sempre diversa e innovativa, contribuendo così a plasmare una società ed un genere umano sempre migliori.

Ecco perché continueremo, moderatamente per non rischiare di ottenere l'effetto opposto, a portare VV per musei e per mostre, per svolgere, cercando di farlo al meglio, il nostro compito di genitori ed educatori.


*Gli stand creano delle sorte di corridoi, semplicemente o io o mio marito camminiamo un po' più avanti e avvisiamo chi è rimasto indietro se è meglio distrarre o proprio cambiare strada.

6 commenti:

  1. Che bel post! Trasmettere amore e importanza dell'arte a un bimbo senza imporgliela è un grandissimo impegno! Complimenti!

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  2. Il tuo racconto mi ricorda di quando andammo a vedere con i bambini (all'epoca due e quattro anni) palazzo Guell a Barcellona. Io ero troppo contenta perché l'avevano riaperto da poco e desideravo tanto visitarlo, i bambini...molto meno, tanto che si lamentarono per tutto il tempo.
    Da allora ho sempre valutato con attenzione cosa proporre loro. Le mostre, se posso, le vedo da sola e non vado in un museo che non sia a misura di bambino da una vita. Però, però, il tempo aiuta. In questi anni abbiamo viaggiato e visto tanti posti e monumenti, ho proposto loro libri sull'arte fatti per bambini e, soprattutto, sono cresciuti. Così, dopo quattro anni, quest'estate a Barcellona abbiamo visitato un altro edificio modernista appena ristrutturato e stavolta...non si sono lamentati, anzi. Per cui tieni duro, semina e aspetta il raccolto!

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    1. Ieri siamo stati in un museo di arte contemporanea in cui avevano organizzato una "Domenica in famiglia" (ho raccontato e mostrato qualcosa sul mio profilo Instagram) e ho avuto la conferma che l'arte può essere un grande divertimento, per grandi e piccini.

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  3. Non posso che essere ammirata dal vostro intento e dalla vostra determinazione.
    Vedo troppi amici che si trasformano perdendo ogni ricordo di se dopo la nascita dei figli (il che è condivisibile per certi versi, per carità). Ma ho anche veduto ciò che succede loro quando i figli lasciano il nido...
    Bravi! Continuate così.

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    1. Grazie Martina; cerchiamo di fare il nostro meglio, come tutti i genitori, però sì, non siamo solo genitori.

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