Arrivi
davanti alla porta di casa che sei stremata. Solo un piano di scale
ma sembrano dieci quando li fai in compagnia di una bambina di due
anni: un gradino, pausa, un altro, torno indietro che non è venuto
bene, uno, due, tho guarda, cos'è quella cosa per terra? Una lenta
via crucis fino alla porta di casa. Oltre ad avere per mano la
bambina hai, nell'ordine: la tua borsa, la sua borsa del cambio, lo
zainetto con i giochi, a seconda dell'occasione una bambola, un
peluche o tutti e due, un sassolino o una castagna o qualsiasi altro
oggetto mollato dal nano perché è concentrato a salire i gradini,
le borse della spesa (che non ti sei ancora spiegata per quale
mistero, ma nel bagagliaio si moltiplicano. Si riproducono,
forse...). E le chiavi di casa che giocano a nascondino: io me le
immagino, vedono scendere la tua mano nel buio della borsa e si
divertono a sfuggirle, appiattendosi contro i bordi, nascondendosi
sotto il portafoglio, ovunque tranne dove tu le avevi messe.
Per
quello che ti appare un miracolo, sei riuscita ad entrare in casa:
lanci la borsetta tua e della nana sul divano, molli miseramente
tutto il resto per terra, allunghi una mano e le togli la cuffia.
ERRORE FATALE! ERRORE FATALE! Parte la sirena. Potessi torneresti
indietro ma non puoi e lo sai, ti maledici tra i denti e ti giochi il
tutto per tutto: gliela rimetti. Alle volte funziona ma nove volte su
dieci no: il suo odio per aver osato ledere alla sua indipendenza,
scavalcato e calpestato il suo IO si manifesta nel suo sguardo e nel
suo pianto inconsolabile.
«Da
sola, faccio da sola! Faccio io!»
Lo
ripeti da giorni, settimane ormai e hai ragione a guardarmi male,
sembra non entrarmi in testa. Dimentichi un piccolo particolare: è
da quando sei nata che mi occupo di te, che faccio tutto per te, 24
ore su 24, ti ho vista dipendere da me; e lo so che è il mio compito
renderti indipendente, darti le ali per farti spiccare il volo,
lontano da me, eppure non mi entra in testa...
«Io
sono grande» mi dici.
«Mamma, tu vuoi che io sia
piccola?» mi chiedi. «Ma io sono
grande», ribadisci, quando ti rispondo che tu sarai sempre la mia
bambina. Solo... non pensavo sarebbe stata così dura. Non avere
troppo fretta, rimani piccola... ancora per un po'.
Nessun commento:
Posta un commento