E'
un periodo strano questo, per quanto riguarda le mie letture; sto
leggendo pochissimo e ho trascorso nuovamente molti giorni senza
prendere neanche un libro in mano. Scorrevo con gli occhi gli
scaffali della mia libreria con i libri ancora da leggere, sfogliavo
qualche pagina, leggevo una quarta di copertina, ne ho iniziato uno,
ho finito con il riporli tutti. Ho preso in prestito un romanzo da
mia madre ma gliel'ho riportato indietro, dopo aver letto le prime
pagine e averlo poi lasciato sul comodino ad impolverarsi. Sono stata
in biblioteca e sono tornata a casa a mani vuote. Ero scoraggiata, io
amo leggere, sento che mi manca qualcosa se non leggo per troppi
giorni di seguito, che cosa mi sta succedendo? Forse i miei gusti
stanno cambiando e non so bene dove rivolgere il mio sguardo?
Nell'attesa
di essere illuminata sulla via di Damasco,
non volendo chiudere definitivamente la mia storia d'amore con la
lettura, ho preso una pausa di riflessione e mi sto vedendo
con un altro. Un altro genere,
quello che ho sempre detto non facesse per me, che non era proprio il
mio tipo: il racconto. Ci vediamo solo da pochi giorni ma sento che,
in questo periodo, è quello che fa per me; non richiede troppo
impegno da parte mia, non ci sono troppe aspettative da ambo le
parti, godiamo della reciproca compagnia ma ogni sera ci salutiamo
con il cuore leggero, potremmo rivederci ma anche no, sapendo che
quello che avevamo da dirci ce lo siamo detti, fino alla fine. Il
giorno dopo sarà un nuovo inizio. Solo se lo vogliamo.
Ecco, dovessi fare un paragone azzardato, il romanzo è una storia d'amore, il racconto è la passione di una notte.
Niccolò Ammaniti
Neanche io amo i racconti, però amo Ammaniti. Tuttavia, non ho ancora letto questa raccolta: Fango (altra mini-antologia) non mi era piaciuta. Lo preferisco decisamente nei romanzi. :)
RispondiEliminaE io invece non ho letto "Fango". :-) Ora però sono curiosa di leggere "Anna".
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