People were not invited – they went there.F. Scott Fitzgerald
Mi sono ritrovata insieme ad una ventina di persone in una saletta adiacente provvista di grande schermo ma sprovvista di audio i primi 20 minuti. Ho mandato un messaggio a mio marito con scritto «la tristezza...». Volevo andarmene ma sono rimasta. All'inizio le battute si sono sprecate: un film muto, molto a tema con il periodo del libro. Poi l'audio è finalmente arrivato ma per un po' ho continuato comunque a faticare per entrare nell'atmosfera della serata. La proiezione era terribile, come potete vedere dalla foto, e le immagini che venivano mostrate nella sala principale non erano molto visibili. Se per “Huckleberry Finn” mi ero sentita trasportare all'interno del libro, in questo caso non ci stavo riuscendo per niente.
Ad un certo punto ho smesso: ho smesso di continuare a lamentarmi tra me e me per questo disguido, ho smesso di sentirmi scocciata ed esclusa, ho smesso di osservare lo schermo e quelle brutte immagini. Come per magia ho sentito, finalmente sentito, le parole di Fitzgerald. E ho realizzato questo, che alla fine io ero lì per quello, solo per quello, incontrare uno scrittore e il suo libro, tutto il resto, il contorno, era superfluo.
Ho assaporato ogni singola parola.
Brava!
RispondiElimina..... ma Fitzgerald, che ti ha raccontato?....
Colto nel segno Martina! Ci pensavo giusto oggi che alla fine non ve l'ho scritto. Devo recuperare!
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