martedì 28 giugno 2011

What should I read next?

Avete già pensato quale libro porterete con voi in vacanza? Su che cosa si basa la vostra scelta? Un romanzo che avete tenuto da parte per poterlo gustare con molta calma, immergendovi completamente nella lettura? Oppure ad ispirarvi è il luogo di destinazione? Vi fate consigliare, oppure prendete spunto dagli ultimi vincitori dei concorsi letterari?
Se c'è stato un romanzo che vi è piaciuto particolarmente e vi piacerebbe leggerne uno altrettanto bello, potete farvi consigliare da questo sito (io l'ho scoperto grazie a "A cup of Jo"): What should I read next? Scrivete il titolo del libro che avete amato, e il sito ve ne consiglia di simili.
Una delle letture più belle che io mai abbia fatto in questi ultimi anni è stata quella di “Estremamente forte ed incredibilmente vicino”. La storia commovente di Oscar, un bambino di nove anni, che in un vaso dentro un armadio, un paio di anni dopo la morte del padre durante l'attacco alle Torri gemelle, trova una chiave. Una chiave che aprirà molte porte...



E voi, quale libro avete amato?


mercoledì 22 giugno 2011

Al muro

Quando si dice tappezzare la casa di libri...



Per chi non ne ha mai abbastanza!


giovedì 16 giugno 2011

La camicia


Francesca era una ragazzina scontenta, spesso e delle cose più disparate. Era così abituata a lamentarsi che non se ne rendeva più conto. Doveva essere davvero complicato alle volte starle accanto.
Un giorno M. le scrisse una storia, anzi, una favola, perché il protagonista era un Principe; un Principe infelice ovviamente. Nonostante fosse destinato ad ereditare un regno, partecipasse a balli, feste e giornate di caccia, la noia permeava la sua vita. Un giorno si recò dal saggio di corte e gli chiese qual'era il segreto della felicità. Il saggio gli rispose che per ottenerla avrebbe dovuto indossare la camicia di un uomo felice. Il Principe non indugiò oltre e partì alla ricerca.
Passarono gli anni, numerosi furono i paesi visitati dal principe, molte le persone interrogate, ma la camicia rimase un miraggio. Sconsolato il Principe decise di fare ritorno nelle proprio terre.
Un giorno, varcati i confini, si fermò a riposare presso un campo, dove vi era un contadino che lavorava la terra. Iniziarono a conversare, il principe narrò dei proprio viaggi e il contadino stette ad ascoltare. Ad un certo punto il Principe gli domandò se non avrebbe desiderato anche lui viaggiare, visitare terre lontane, conoscere genti straniere. Ma il contadino rispose di no, che era felice di vivere dove era nato, felice di essere semplicemente se stesso. Sentendo queste parole il Principe si illuminò e tosto chiese al contadino:
Se, come tu dici, sei felice e non c'è null'altro che tu possa desiderare, io, ultimo e dimenticato tra gli infelici, ti prego e ti supplico di donarmi la tua camicia”.
Il contadino, semplicemente, rispose: “Ma Signore, io non porto camicia”.
Da quel giorno Francesca ha cercato di indossare la camicia il più spesso possibile. E' fortunata perché non è mai frustra. Ogni tanto la dimentica in fondo all'armadio. Ma non più così spesso.

Buon Compleanno M. e... grazie.


martedì 14 giugno 2011

Creare se stessi


Uno scrittore, in verità, crea prima di tutto se stesso. Non l'opera, non il personaggio; lo scrittore è intento a costruire la propria “persona”.
E' questo alla fine a confermarli grandi: grandi “creatori”, direbbe Keats; per il quale, appunto, «ciò che è creativo crea se stesso».
Nadia Fusini


domenica 12 giugno 2011

Fantasmi da esorcizzare

«Ho cercato di descrivere i miei fantasmi, e così facendo, di esorcizzarli».
Angelica Garnett
Ho appena finito di leggere uno dei libri acquistati al Salone del Libro di Torino; è una pubblicazione recente, ricordo di aver ritagliato la recensione (come faccio sempre con i libri che mi interessano) e di aver pensato di doverlo assolutamente leggere. “Ingannata con dolcezza” è una autobiografia scritta da Angelica Garnett, nipote di Virginia Woolf. Scriverà sicuramente di Virginia, avevo pensato, e infatti l'ho preso e letto perché ero curiosa di sentire che cosa avrebbe avuto da dire una persona che l'aveva conosciuta da così vicino.
In realtà essere stata la nipote di Virginia Woolf è solo un particolare secondario nella vita di Angelica Garnett. Cresciuta all'interno del circolo culturale di Bloomsbury, composto da scrittori, giornalisti, artisti e pittori bohemienne e anticonvenzionali, Angelica descrive e analizza il rapporto con i suoi genitori. E si obbliga a farlo, e si sente quanto questo le costi uno sforzo enorme, perché la sua non è stata un'infanzia serena e felice, non completamente almeno, e scrivendo spera così di arrivare a una “comprensione” e sanare così le sue ferite. Tante cose sono rimaste irrisolte, tante incomprensioni non sono state chiarite, troppe cose sono rimaste non dette.
Quella di Angelica è stata un'infanzia particolare e l'ambiente in cui è cresciuta è sicuramente diverso dalle nostre comuni e ordinarie famiglie. Ma in ogni caso non si può negare che è quando si è bambini che vengono poste le basi del nostro futuro come individui. Ed è questo alla fine che mi ha colpito, che continua in qualche modo a farmi riflettere: di quanto forte sia l'influenza dei genitori sui figli; come ogni scelta, ogni decisione, ogni azione possa lasciare un segno indelebile in una persona. Immagino, perché non lo sono, che non sia un compito semplice essere un genitore, di quanto in realtà uno non possa fare altro che cercare di fare “il proprio meglio”, di compiere le scelte che uno crede siano le più giuste, di fare quello che uno crede essere il bene del bambino. E fa paura pensare che, nonostante gli sforzi e la buona volontà, i genitori possano trasformarsi, agli occhi dei figli, fantasmi da esorcizzare.

La nostra storia ci ha permesso di essere quello che siamo, ma ci impedisce spesso di essere ciò che desideriamo essere.


martedì 7 giugno 2011

Le corde dell'anima


Da poco tornata dall'aperitivo dei sogni, ancora senza fiato per l'immersione tra i libri al Salone di Torino, con la testa tra le nuvole per essere stata al Paese dei sogni, sono approdata al Festival dei sogni.
E non ci sono parole per descrivere questi tre bellissimi giorni trascorsi per le strade e nelle piazze di Cremona, in compagnia di scrittori, musicisti, attori e giornalisti.

Alas how few there are who strike in us a chord we knew existed, but seldom heard its tone. We tremble at the half-forgotten sound...
Oh stay your hand, and leave my heart its songs!
Amy Lowell