Col
rischio, direi quasi certezza, di ripetermi, i libri per me non sono
solo fonte di svago e intrattenimento, ma anche un modo per cercare
delle risposte o, ancora più corretto, una visione delle cose,
magari e soprattutto diversa dalla mia; un punto di vista, una
sfumatura, o le parole che a me non vengono per descrivere qualcosa
che sto vivendo. È raro che
un libro mi deluda, al massimo mi annoia, però riesce sempre a farmi
riflettere e a farmi sentire in qualche modo arricchita.
Trovo
utili i post che consigliano libri in base a un tema e ho pensato
così di proporvi, in questo periodo difficile, obbligati a stare
chiusi nelle nostre case, lontani e vicini dai nostri cari, tre libri che, ognuno a modo proprio, parlano di genitori, figli e famiglia.
Natalia
Ginzburg “Famiglia”
È
un'autrice che sto (ri)scoprendo recentemente e mi piace davvero
molto la sua scrittura: asciutta, precisa e sbrigativa, come una
madre che non ha tempo da perdere perché è molto impegnata a star
dietro a lavoro e famiglia. Spesso, inoltre, le vicende che narra
sono autobiografiche. Non è il caso di questi due lunghi racconti,
quello che da il titolo al libro e “Borghesia”. Vicende di
smarrimento e di crisi che hanno per protagonisti due nuclei
familiari della Roma degli anni settanta. Natalia Ginzburg racconta
di antieroi, sempre sul punto di uscire dal torpore che li avvolge.
Richard
Ford “Tra loro”
Titolo
bellissimo che descrive in due parole come possiamo sentirci noi
figli nei confronti dei nostri genitori, che diventano tali solo dopo
il nostro arrivo e che quel tempo “prima”, quando erano solo una
coppia, rimane sempre un po' un mistero. Richard Ford cerca di
ricostruire quel prima, scrivendo un ritratto per ognuno dei
genitori, sottolineando così l'importanza del singolo all'interno
della diade madre-padre.
... sono stato un ragazzo cresciuto da due persone molto diverse tra loro, ognuna delle quali aveva da inculcarmi una prospettiva separata, si sforzava di agire di concerto con l'altra e possedeva due dei quattro occhi attraverso i quali io cercavo di vedere il mondo.
Paul
Auster “L'invenzione della solitudine”
L'improvvisa morte del padre mette
di fronte l'autore ad un altrettanto improvviso bisogno di mettere
per scritto la vita di questo uomo schivo e solitario. Un viaggio sul
viale dei ricordi, un ritratto di famiglia e una commossa riflessione
sulla difficoltà di essere figli e padri. Un doloroso quadro di un
rapporto mai davvero esistito, di uomo che aveva sempre rifuggito
qualsiasi tipo di contatto, un individuo che non ha lasciato tracce.
Era un uomo invisibile nel senso più profondo e più concreto: invisibile agli altri, e molto probabilmente anche a se stesso. Se da vivo continuavo a sondarlo cercando in lui il padre che non c'era, sento ancora il bisogno di cercarlo da morto. La sua morte non ha cambiato nulla. L'unica differenza è che mi manca il tempo.
Mi auguro di avervi incuriosito,
spinto alla lettura di uno di questi volumi e che nascano riflessioni
se non epifanie su di voi e la vostra, di famiglia.
Se vi piacciono questi post di libri
a tema, non esitate a chiedermi un argomento, sarò felice di
cercare delle letture da consigliarvi.
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