Una
mattina a colazione Vittoria, tra un biscotto inzuppato nel latte e
l'altro, mi ha detto che aveva i crampi alle gambe. Dopo aver
valutato insieme il ventaglio delle possibili cause, le ho chiesto:
“Potrebbe essere che ieri eri un po' emozionata di andare a cena a
casa di Federico?” (compagno di classe nonché, a sentire entrambi,
futuro marito). Lei ci ha pensato un po' su e poi mi ha detto: “Sai
mamma, io sono spesso emozionata.”
È
la prima volta in assoluto che VV da atto di essere a conoscenza di
questo lato del suo carattere, cioè di essere molto sensibile e la
cosa mi ha davvero molto commossa, nonché resa felice di questa sua
consapevolezza.
In
quanto molto sensibile a mia volta, questo aspetto di lei mi aveva
sempre molto angustiata, un genitore non vorrebbe mai veder soffrire
il proprio bambino, aggiungi poi il fatto che questo mio “difetto”
io non lo sappia affatto gestire, in alcuni momenti ero quasi
disperata di non poter proteggere in alcun modo mia figlia dai colpi
della vita. (Sì sì, sono proprio quel tipo di madre che la fa
tragica)
Ho
poi pensato a tutte le cose che Vittoria, consapevolmente o no, fa da
“emozionata” e ho avuto un moto di orgoglio verso di lei: quanto
è stoica! Non ha il bagaglio di esperienze di un adulto, non sa
valutare i pro e i contro, non sa mettere in atto meccanismi di
difesa, non sa spiegarsi molte delle cose che accadono e che prova,
l'unico suo metro è: fare o non fare. E molto spesso è obbligata
a fare. E lo fa, senza troppe storie.
E
così, se penso al tempo che ho sprecato in tutti questi anni
tormentandomi, facendomi mille paranoie, temendo il giudizio, temendo
la figuraccia, temendo di rendermi ridicola, temendo di essere
fraintesa, temendo di non piacere. Temendo di essere me stessa.
E
così, dopo giorni, settimane, mesi in cui mi interrogo su dove e
come e perché riprendere a scrivere, sono arrivata a questa semplice
conclusione, è giunto il momento di fare una confessione: non ho più
i crampi perché, a questa età, la tensione mi blocca la cervicale;
passo troppo tempo a immaginare le conseguenze di ogni mia azione o
frase; mi faccio dei film mentali che, arrivati a questo punto, posso
affermare con assoluta certezza di aver vissuto almeno 10 vite
diverse nella mia fantasia; sogno ad occhi aperti e ho molti più
incubi di giorno che di notte; mi sento una eterna principiante e
sono così insicura che provo quasi un dolore fisico.
Tra
le mille domande sul senso di molte cose che mi sto facendo da
qualche mese a questa parte, non vi nascondo di essermelo chiesta
anche per il blog, la newsletter, Instagram, Facebook e le molte ore
che questa vita virtuale mi porta via. Poi però trovo delle lettere,
o dei bigliettini, o delle cartoline nella mia casella di posta, non
solo quella virtuale, proprio quella vera. Non mi porta soldi questa
realtà virtuale, non mi porta ingaggi, collaborazioni, notorietà,
regali... non faccio gli unboxing; però mi ha portato persone,
incontri, amicizie. Non solo ha senso, ma ha anche valore.
E
in una di queste cartoline, Martina mi ha scritto:
Non sai bene se la vita è un viaggio, se è sogno, se è attesa, se è un giorno che si svolge giorno dopo giorno... non sai se ha senso.In certi momenti, il senso non conta, contano i legami.J.L Borges
Ecco,
volevo dirvi che sono molto emozionata, lo sono spesso, lo sono quasi
sempre.