mercoledì 29 agosto 2012

Le parole addosso 17


Appena l'ho vista indosso a mia cognata ho subito pensato al blog. Me la sono fatta consegnare la sera stessa e con la scusa delle foto ci ho pure “fatto un giro”.


La bella notizia: questa collana è fatta a mano da una sua amica e, se siete interessate ad averne una, posso mettervi direttamente in contatto con lei.
Come dicono le fashioniste: un buon accessorio è in grado di valorizzare il più semplice dei vestiti, le parole poi lo rendono unico...



lunedì 27 agosto 2012

Vacanza da se stessi


Che grande sollievo potersi prendere una vacanza da se stessi in così buona compagnia!

Diane Athill

venerdì 24 agosto 2012

Quelli che rimangono

Quelli che rimangono. Quelli che devono raccogliere i cocci. Quelli che devono fare i conti, perché fino a un momento prima erano una somma e ora sono una sottrazione. Quelli che hanno improvvisamente a che fare con un'assenza, così grande e ingombrante, che è più potente di una presenza. Non è la parola “fine” il demone oscuro con cui devono confrontarsi, ma è “attimo”, l'attimo che ha preceduto questa fine. Perché anche una fine ha un suo inizio ed è questo di cui loro sono disperatamente alla ricerca. Quando ha incominciato a finire? In che giorno, a che ora? Quando?
Che cosa non hanno visto, quale suono è sfuggito, quale sguardo non è stato ricambiato, quale gesto è passato inosservato? Li puoi vedere avvolgere e riavvolgere nella loro menti il nastro degli ultimi giorni, li trovi assorti nella lettura di diari, lettere e bigliettini; li scopri a ripetere conversazioni ormai passate.
E poi la tortura del senso di colpa, hanno fatto di tutto per evitare che questo accadesse? Può un evento così terribile essere predetto e quindi impedito? Chi è il responsabile? Chi il gesto l'ha compiuto o chi non è stato in grado di impedirlo?
Infine la vita che continua, che chiede di essere vissuta, anche per chi, quella vita, ha deciso che non voleva viverla più; a cui bisogna dare un senso, anche per quelli per cui un significato non ce l'aveva più, o non era abbastanza.

Laurent Sagalovitsch ha provato a ricostruire in “Il bastone di Virginia Woolf” attraverso tre voci, il marito Leonard Woolf, il dottore che l'aveva in cura, e la cameriera Louie, gli ultimi giorni che hanno preceduto il suicidio della scrittrice. Ha voluto dare voce a loro, a quelli che rimangono.


martedì 21 agosto 2012

Un libro e 90 centimetri di altezza

La prima settimana di vacanza ho avuto gli incubi tutte le notti. Mi sono sentita rimproverare di non riuscire a staccare la spina, di continuare a crogiolarmi nella sofferenza e nella preoccupazione, di essermi portata dietro i miei demoni. Ma era proprio questo che volevo fare: guardarli in faccia. Non potevo continuare ad avere paura, non volevo più sentirmi soffocare e sentirmi senza una via d'uscita. Ho fatto mia la frase “se non riesci a uscire dal tunnel, arredalo”.
La prima settimana non è successo nulla. Contavo i giorni e non notavo nessun cambiamento, li vedevo srotolarsi davanti a me e temevo il momento in cui sarei dovuta rientrare. Perché era proprio quello che io non volevo fare: tornare. Io volevo andare avanti, volevo chiudere, anzi sbattere, la porta del vecchio alle mie spalle e spalancare quella nuova. Non sono una persona che ha pazienza, patisco le attese, soffro i momenti di stallo. Ma alla fine ho capito che per andare avanti dovevo stare proprio lì dov'ero.
Poi due cose hanno incrociato la mia strada: un libro (quasi scontato, no?) e 90 centimetri di altezza.
Il libro lo sto ancora leggendo; è stato difficile all'inizio, le parole e le frasi mi sfuggivano. Ho stretto i denti e ho continuato a inseguirle, fino a quando il libro non ha incominciato a parlarmi e, buon segno, mi è venuto a trovare in sogno.
Un libro che mi ha detto:

Le storie sono medicine... non ci chiedono di fare, essere, agire: basta ascoltare. Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nelle complessità della vita.
E che mi ha confermato che stavo facendo la cosa giusta:

Si dice che tutto quel che cerchiamo stia intanto cercando noi e, se ce ne stiamo immobili, ci troverà. Ci aspetta da gran tempo. Occorre allora fermarsi e vedere che cosa accadrà.
I 90 centimetri di altezza mi hanno ricordato che cosa significa essere semplicemente se stessi e a non temere il giudizio degli altri, anzi, ad avere fiducia nel prossimo. Mi hanno mostrato la gioia di fare nuove scoperte e che non si può imparare se non si ha il coraggio di affrontare le proprie paure.

Gli incubi non se ne sono ancora andati, ma io ho ripreso a sognare.


mercoledì 1 agosto 2012

Are You a Real Writer?



  • Dimmi, sei un vero scrittore?
  • Dipende da quello che intendete per “vero”.
  • Be', tesoro, c'è qualcuno che compera quello che scrivi?

Truman Capote “Colazione da Tiffany”

Ora potete trovarmi anche su Instagram, con il nome “leparoleverranno”. Non ho ancora messo un'immagine nel profilo, ci sto lavorando, e le immagini che accompagnano questa citazione sono le prime che ho scattato. Spero sia per me un incentivo a scattare più foto e un ulteriore spunto di condivisione con voi, libresco ma non solo. Sto imparando ad usarlo, con la tecnologia sono davvero negata ed ogni consiglio non potrà essere che ben accetto.
Venitemi a trovare anche lì, vi aspetto!